Sempre più cani nei canili. Difficile tracciare una mappa nazionale per mancanza di dati. L’ultima fonte è il rapporto dell’associazione L.A.V. del 2018, che ci restituisce un quadro desolante.
L’evoluzione del welfare, in una prospettiva di community care, propone la centralità della famiglia nelle dinamiche sociali e relazionali, attribuendole il ruolo di mediatore effettivo di politica economica e socioassistenziale, in concorrenza e ad integrazione di quella svolta dal comparto pubblico ed istituzionale.
Uno dei settori più valorizzati nei paesi europei, ma ancora troppo poco in Italia, è quello del c.d. “mondo pet” ossia un settore in cui l’essere umano, e la famiglia, interagisce sempre di più con l’universo “animale” in un’ottica di rispetto, di convivenza, di reciproco aiuto. Si pensi, ad esempio, alla “pet therapy” ossia l’insieme delle cure basate sulla compagnia di animali domestici (cani, gatti, cavalli, asini ecc.) destinate a persone con disturbi fisici o psichici e a bambini con difficoltà di relazione o di apprendimento.
DAS ha recentemente integrato la propria polizza di tutela legale DAS in Famiglia con la “garanzia pet&bike”, che permette di completare la copertura standard con un nuovo pacchetto assistenza per animali domestici:
- consulto veterinario-nutrizionistico;
- parere veterinario e consulenza se l’animale domestico sta male o ha un infortunio quando è in viaggio;
- invio di un pet-sitter se l’assicurato deve partecipare ad un processo o rendere una testimonianza.
Oltre 7 cani su 10 presenti nei canili si trovano al Sud, senza considerare il numero degli animali vaganti sul territorio.
Il randagismo rimane un problema in Italia, specie al Sud, alimentato da due fenomeni cui le associazioni animaliste cercano di porre rimedio:
- abbandono di animali, soprattutto nel periodo delle vacanze;
- nascita da animali in libertà (animali vaganti sul territorio la cui riproduzione è spesso incontrollata).
L’animale domestico in quanto tale non viene considerato dal legislatore nazionale come “spesa detraibile” dalla dichiarazione dei redditi. Occorre fare, quindi, riferimento a singole voci di costo (come le spese veterinarie) o a regolamenti comunali che prevedono “social bonus” o voucher di spesa per cani e gatti di proprietà dei residenti. Ecco alcune indicazioni utili per orientarsi in tale ambito:
- bonus fiscale per adottare un animale da compagnia, in particolare per adottarlo da un canile/gattile municipale;
- sconto sulla Tari, l’imposta sui rifiuti;
- buono spesa per l’acquisto di farmaci veterinari;
- abbassamento dell’aliquota Iva per l’acquisto di alimenti per animali;
- aumento della quota statale di detraibilità delle spese medico-veterinarie;
Tra le regioni più virtuose si annoverano: Trentino, Lombardia, Veneto e Piemonte, non trattandosi di iniziative statali, occorre informarsi di volta in volta presso le amministrazioni comunali della zona di residenza.
L’elevato prezzo dei farmaci veterinari è ancora oggi un problema: a parità di principio attivo, il costo del farmaco veterinario è in media cinque volte superiore a quello ad uso umano e, talvolta, può arrivare a moltiplicarsi per dieci.
Alcuni dati statistici (fonte: Rapporto L.A.V., 2018):
- 500-700 mila cani randagi in Italia;
- 131.302 i cani detenuti nei canili;
- In Italia risultano 1.200 canili di 44% al Sud, 37% al Nord, 19% al Centro;
- ingressi nei canili sanitari: 90 mila annui di cui il 38% (valore medio) restituiti al legittimo proprietario (69% al Nord, 39% al Centro, 6% al Sud);
- diminuiscono le adozioni di cani: − 3.704 cani adottati nel 2017 rispetto al 2016, una flessione dell’8,6%;
- Lombardia e Campania le regioni più afflitte dal randagismo, ma la percentuale di maggiori ingressi nei canili può voler significare anche una maggiore efficienza nel recupero degli animali smarriti o abbandonati.
Purtroppo, a parte i dati censiti relativi ai cani iscritti nell’anagrafe degli animali d’affezione, non esistono dati ufficiali aggiornati e resi pubblici (fonte: “Randagismo. L’indagine L.A.V. 2018”).