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NUMERO DELLE FARMACIE E DEI MEDICI IN ITALIA

numero farmacie e medici in italia

Quante sono le farmacie in Italia? Quanti sono i medici di famiglia? Quanto spendiamo in medicine ogni anno?

Sono domande ricorrenti, che ci poniamo spesso e che, oggi, assumono una rilevanza nuova dal momento che, con la campagna vaccinale in corso, ogni risorsa disponibile è destinata al contrasto dell’epidemia Covid-19.

Com’è noto, il dibattito politico-sanitario intorno a questi temi sta già ipotizzando lo scenario post pandemia per affrontare, con un sistema sanitario più efficiente, le nuove insidie che verranno: rafforzamento della medicina territoriale, maggiori investimenti nella ricerca farmaceutica, stanziamenti per le terapie intensive delle strutture ospedaliere, reclutamento di nuovi medici e ricambio generazionale.

Più in generale, è in discussione la ripartizione delle competenze in tema di sanità pubblica, che veda nuovamente l’amministrazione statale regista delle decisioni istituzionali e dei piani strategici di azione, con un’inversione di tendenza rispetto all’attuale autonomia regionale e alla “deregulation” locale.

Vediamo ora qualche dato (fonte: Federfarma):

  • la densità di farmacie per abitanti in Italia (1 ogni 3.129 abitanti) è in linea con la media europea (1 ogni 3.275 abitanti) e conferma la diffusione capillare delle farmacie italiane;
  • totale nazionale farmacie: 19.331;
  • farmacie private: 17.656;
  • farmacie pubbliche: 1.675;
  • numero di abitanti per farmacie: 3.129.

“Atlante Sanità”, il sistema informativo della sanità italiana realizzato dal gruppo PKE con la collaborazione di Federsanità Anci, ci propone un quadro del mondo “healhcare” così strutturato (fonte: pkegroup.it):

  • 454 medici iscritti all’ordine tra cui:
    • 927 sono i medici di medicina generale;
    • 695 sono i medici ospedalieri;
    • 806 sono i medici specialisti impegnati in attività privata;
  • Il 36% dei medici di medicina generale andrà in pensione nei prossimi 5 anni.

Quanto alla spesa in sanità e medicinali, abbiamo consultato alcune fonti. In particolare:

  • secondo AIFA (monitoraggio della spesa farmaceutica, gennaio/novembre 2020), la spesa farmaceutica convenzionata a carico del SSN, nel periodo gennaio-novembre 2020, si è attestata a 6.967,9 milioni di Euro;
  • secondo “Aboutpharma”, a crescere è la spesa a carico dei cittadini. Essa vale quasi 482,00 Euro per abitante per un totale di 8,4 miliardi di Euro (dati anno 2018);
  • fra pubblico e privato, la spesa annuale di medicinali nel nostro Paese è di 30,8 miliardi di Euro di cui il 76,4% rimborsato dal SSN (fonte: OSMED);
  • in Italia, la spesa sanitaria resta sotto la media. A livello pro capite, i dati riferiscono di –171 Euro rispetto alla Francia e di – 2.031 Euro rispetto alla Germania.

L’OSMED, l’“Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali”, ha recentemente presentato il rapporto annuale sull’uso dei farmaci (dati riferiti all’anno 2019; fonte: quotidianosanità.it) dal quale emerge che l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche legate alla senilità procedono di pari passo con l’assunzione sempre maggiore di medicinali. Il dato fa riflettere, poiché − se è vero che la popolazione italiana è la popolazione più longeva d’Europa − è anche vero che, in Italia, rispetto ad altri paesi, si invecchia peggio con conseguente incidenza sull’ammontare della spesa sanitaria pubblica:

  • ogni giorno in Italia consumiamo 1.604,05 dosi di medicinali ogni 1.000 abitanti con un aumento del 2% rispetto all’anno 2018 (72% di dosi erogate a carico del SSN e il restante 28% acquistate direttamente dal cittadino);
  • in un anno, circa 7 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione medica di farmaci;
  • la spesa pro capite e i consumi crescono con l’aumentare dell’età; la popolazione con più di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa totale.

Come ha osservato correttamente l’OCSE, “la pandemia ha messo in luce tutte le fragilità latenti dei sistemi sanitari nazionali”. Il punto di svolta per la transizione dalla fase dell’emergenza a quella della “nuova normalità” non potrà che passare da un cambio di rotta: quello di vedere nella spesa sanitaria nazionale non un costo, ma un investimento per la collettività.

 

di Walter Brighenti – DAS

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