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SPECIALIZZAZIONE AVVOCATI E INTERESSI DEI CLIENTI

specializzazione avvocati

La salute dell’avvocatura non è particolarmente buona. Stando al rapporto Censis dello scorso febbraio, il reddito medio annuo lordo è di 40.000 euro e viene raggiunto dagli avvocati a circa 50 anni. Per le donne si scende addirittura a 25.000 euro. Sono valori che non remunerano gli sforzi profusi per ottenere il titolo e che non rendono facile costruire un futuro di benessere.

In questa situazione migliaia di avvocati si sono cancellati dagli Ordini per valutare opportunità all’interno della pubblica amministrazione (anche in connessione con il PNRR) o dell’imprenditoria (anche in prima persona). Chi resiste spesso si aggrega ad altri dando vita a studi legali più grandi in grado di sostenere gli investimenti necessari per stare sul mercato: dalla compliance sempre più stringente fino alle sfide della trasformazione digitale e del marketing.

 

Le specializzazioni degli avvocati

 

Soprattutto per i giovani le prospettive di riscatto puntano molto sulle c.d. “specializzazioni“, diventate realtà con il Decreto del Ministero della Giustizia 163/2020. La possibilità di diventare avvocato specialista consente infatti di distinguersi sul mercato e di avere maggiori argomenti per ottenere nuovi clienti sulla base delle effettive competenze maturate.

Ciascun avvocato può conseguire al massimo due specializzazioni tra quelle previste dalla normativa, e cioè:

  • diritto civile;
  • diritto penale;
  • diritto amministrativo;
  • diritto del lavoro e della previdenza sociale;
  • diritto tributario, doganale e della fiscalità internazionale;
  • diritto internazionale;
  • diritto dell’Unione europea;
  • diritto dei trasporti e della navigazione;
  • diritto della concorrenza;
  • diritto dell’informazione, della comunicazione digitale e della protezione dei dati personali;
  • diritto della persona, delle relazioni familiari e dei minorenni;
  • tutela dei diritti umani e protezione internazionale;
  • diritto dello sport.

 

Diritto civile, penale e amministrativo sono, a loro volta, suddivisi in diverse sottocategorie:

  • undici per il diritto civile, tra cui diritto bancario, diritto commerciale e societario o diritto dei consumatori;
  • sette per il diritto penale, tra cui il diritto penale delle persone fisiche, della pubblica amministrazione o dell’economia;
  • otto per il diritto amministrativo, tra cui diritto dell’istruzione, diritto sanitario o diritto ambientale.

Si diventa avvocati specialisti per comprovata esperienza (previa esibizione di adeguata documentazione sugli incarichi svolti e superamento di un colloquio presso il CNF) o dopo aver svolto corsi di formazione almeno biennali approvati dal CNF. La macchina è partita: risulta che il CNF abbia iniziato a visionare le prime domande di specializzazione.

 

I vantaggi per i clienti e i punti aperti

 

La specializzazione risponde a esigenze degli avvocati ma anche dei clienti. Tutti i settori economici vedono il proliferare di regolamentazioni sempre più sofisticate e complesse, costantemente in fase di aggiornamento e soggette a prassi interpretative non sempre lineari. L’avvocato tuttologo non esiste e tanto le imprese quanto i consumatori necessitano di professionisti con solide conoscenze nelle materie su cui è richiesta la loro assistenza: in questo senso le specializzazioni saranno sicuramente un utile strumento anche per i clienti nell’individuazione degli avvocati adatti.

Si comprende tuttavia facilmente che le specializzazioni non sono state disegnate adottando la prospettiva dei clienti.

Oggi la disciplina prevede che il titolo di specialista si ottenga, in ultima analisi, a seguito del giudizio positivo di altri esperti di diritto. Ma se è vero che le c.d. “hard skills” -ossia in questo caso le competenze giuridiche- non sono le uniche competenze rilevanti per definire un bravo professionista, ecco che al cliente continuano a mancare informazioni importanti per poter fare la scelta giusta. Fare l’avvocato oggi non significa soltanto conoscere le norme e gli orientamenti interpretativi ma anche comprendere le reali esigenze del cliente, avere un approccio pragmatico, prestare un’assistenza tempestiva ed esporre onorari congrui rispetto all’attività svolta. Ebbene, chi può confermare queste qualità dell’avvocato? A nostro avviso soltanto il mercato, ossia i clienti per i quali l’avvocato ha lavorato. Un feedback dei clienti è totalmente assente nella logica del sistema delle specializzazioni ma se si vuole organizzare un incontro ottimale tra domanda e offerta di servizi legali -che dovrebbe essere l’obiettivo delle riforme che riguardano l’avvocatura e il mercato legale- un ultimo passaggio è certamente necessario.

 

di Alessandro Renna; 4cLegal

 

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