In vista della chiusura di fine anno, molte Banche italiane stanno lavorando per alleggerire i propri bilanci dai crediti “indesiderati”. La strategia adottata da pressoché tutti gli intermediari è quella di cedere i portafogli utilizzando il collaudato strumento della cartolarizzazione. Tra le operazioni di maggiore importo in arrivo, secondo le indiscrezioni, c’è quella di Intesa Sanpaolo; il gruppo, infatti, sta avviando una cartolarizzazione di NPL da 2,5-3 miliardi di euro.
Tecniche di gestione di portafogli NPL e UTP : cessioni e ristrutturazioni del credito
La consistente giacenza di crediti deteriorati nei bilanci delle banche costituisce un problema per la gestione dei conti economici delle stesse. É questo il motivo per cui gli Istituti, sempre più di frequente scelgono di dismettere interi portafogli di crediti (NPL, cioè i crediti deteriorati, o UTP, cioè i crediti di difficile e incerta riscossione) mediante cessioni massive. Attraverso le operazioni di cartolarizzazione, le Banche cedono i crediti a società specializzate, cosiddette “società veicolo” le quali, a loro volta, emettono sul mercato titoli suddivisi in tranches di qualità differenti e con un diverso grado di rischiosità, suddividendole in senior, mezzanine e junior.
A garanzia del rimborso delle note senior, meno rischiose, può essere rilasciata una garanzia statale, cosiddetta GACS (Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze) con l’obiettivo di dare maggiori incentivi e garanzie ai services nell’attività di recupero del credito.
Nelle operazioni di cartolarizzazione, il Servicer, addetto alla gestione e al recupero del credito ceduto, deve essere una Banca o un intermediario finanziario vigilato, come espressamente richiesto dal Testo Unico Bancario.
Le SPV (Special Purpose Vehicle) possono, a loro volta, affidare l’attività di gestione delle attività di recupero ad altre società non necessariamente vigilate ma che siano in possesso della licenza prevista dal TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza). Ebbene, in una prima fase, gli operatori del mercato si sono concentrati principalmente sulle sole sofferenze, ma ad oggi l’interesse degli investitori si sta gradualmente dirigendo verso le posizioni classificate come inadempienze probabili (Unlikely to pay – UTP).
Gli UTP hanno ormai abbondantemente superato gli NPL nei bilanci delle Banche italiane; secondo le statistiche risalenti al giugno scorso sulle prime 8 Banche italiane quotate in Borsa gli UTP ammontavano a 34,28 miliardi, mentre gli NPL scendevano a quota 23,47 miliardi. Entro la fine dell’anno, si prevede che i crediti a sofferenza prevarranno sugli UTP (42 miliardi contro 41, oltre a 6 miliardi di scaduti), mentre nel 2022 la partita di UTP salirà a quota 56 miliardi di euro. Nel 2023, secondo le statistiche, nei bilanci delle banche si registreranno 58 miliardi di UTP vs 47 miliardi di sofferenze (NPL).
Il mercato delle transazioni di NPL: previsioni a lungo raggio
In prospettiva le cessioni di NPL – UTP potrebbero raggiungere i 10 miliardi di euro entro la fine del 2021, un andamento che negli ultimi mesi ha assistito ad un vertiginoso aumento degli investitori sul mercato. Questo comporterà, in prima battuta, un incremento della concorrenza con la conseguenza che gli operatori occasionali avranno difficoltà a mantenere un ruolo sul mercato. Inoltre gli investitori, sospinti dal miglioramento delle condizioni economiche, tenderanno ad investire di nuovo e questo comporterà un sensibile aumento del prezzo dei portafogli di NPL unsecured.
Dati alla mano, nei primi nove mesi del 2021 sono state perfezionate transazioni NPL per 8 miliardi di euro ed entro fine anno ne sono attese altre per un valore di circa 10 miliardi. Inoltre, con la proroga delle GACS fino a giugno 2022, si prevedono oltre 7 miliardi di nuove operazioni assistite da garanzia pubblica. L’ondata di ripresa travolgerà anche l’ambito immobiliare; l’anno 2021 si chiuderà con 125.000 immobili in asta per un valore complessivo di oltre 11 miliardi. La pandemia, infatti, ha drasticamente inibito l’attività giudiziaria in questo settore: si stimano, per il fermo imposto dai provvedimenti emessi dal Governo nella gestione della Pandemia e la conseguente stasi nella fissazione di aste e nella notifica di pignoramenti, un arresto di oltre 13 miliardi di euro di valore immobiliare. Di notevole importanza la digitalizzazione del processo esecutivo che ha contribuito alla soppressione di una serie di lungaggini, riducendo finanche i tempi di vita medi delle aste.
In termini estremamente sintetici, si prevede nel 2022-2023 un incremento di circa 80 miliardi di crediti in sofferenza, favorito in particolare dai contraccolpi inferti dalla fine delle moratorie, dei sussidi e dei supporti stanziati dal Governo alle imprese e alle famiglie durante il periodo emergenziale. Tuttavia, in questi due anni, abbiamo assistito ad un incremento del risparmio e ad una riduzione delle spese che ha agevolato un progressivo miglioramento dei processi di gestione, resi maggiormente automatizzati ed efficienti sotto il profilo della prioritizzazione del credito. In ogni caso, in uno scenario a medio e lungo termine il maggior flusso di crediti deteriorati determinerà una necessità sempre crescente di effort per la gestione dei portafogli NPL e UTP che riporterà gli standard di efficacia a livelli decisamente più bassi di quelli attuali.
di Avv.ti Daniele Franzini e Michela Chinaglia; Studio Legale Previti