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GESTIONE DELLA CRISI D’IMPRESA: IL RUOLO DEL COMMERCIALISTA

Come abbiamo visto nel precedente video, il ruolo del commercialista all’interno della nuova composizione negoziata della crisi d’impresa è molto importante.  

L’imprenditore non può contare su migliore alleato, in questo caso, del suo stesso commercialista di fiducia, cioè la persona che meglio conosce la storia pregressa della società, a cui affiancare un advisor esperto di crisi d’impresa.  

I due soggetti, insieme al debitore, dovrebbero, in un team che lavora alla realizzazione di un piano di risanamento societario, che si occupi dell’iter burocratico necessario ad avviare le pratiche di gestione della crisi d’impresa, come la già citata convalida delle misure per la protezione del patrimonio d’impresa, oltre ad occuparsi dei consueti documenti, come il bilancio e le dichiarazioni dei redditi. 

Fondamentale che il commercialista e l’advisor predispongano un piano finanziario della durata di sei mesi e una relazione sulla situazione patrimoniale. Questa documentazione è fondamentale: da una parte, sarà la base per fare il punto sulla situazione debitoria della società e capire quali siano le vie praticabili che portano al risanamento dell’impresa; dall’altra, definirà il budget di tesoreria dell’impresa dei successivi sei mesi, cioè il tempo necessario alle fasi di negoziazione. Il piano dovrà essere in grado di spiegare coerentemente, sotto i profili logico, economico e giuridico, le possibilità liquide di sostenimento da parte dell’impresa per la durata di tutte le trattative, e solo il commercialista può realizzarlo con precisione e perizia, essendo l’unico a conoscere la situazione economico finanziaria dell’azienda con precisione. 

Successivamente, sarà necessario arrivare alla creazione del piano industriale con cui la società dimostrerà di poter risolvere la propria crisi d’impresa. 

 

di Dott. Marco Gentile; Villa Roveda e Associati

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