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AFFIDAMENTO: LE PAROLE DI DAS

affidamento

Il principio della tutela dell’affidamento ricorre spesso nei sinistri di cui ci occupiamo e che hanno per oggetto vertenze di tipo contrattuale o collegate alla proprietà di beni immobili.

Si tratta di un principio cardine del nostro ordinamento giuridico, che ha lo scopo di garantire al titolare di un diritto la massima tutela legale possibile. In base alla regola della responsabilità delle dichiarazioni fatte, gli affidamenti suscitati dal dichiarante in altre persone esigono una precisa forma di tutela.

Recentemente, è capitato un caso, molto interessante, che potrebbe essere riassunto in questi termini: un negoziante offre in vendita una merce al prezzo di 650 lire, ma per errore scrive 560 e il compratore accetta. Il contratto è valido? L’ordinamento giuridico tutela il venditore o il compratore?

Il diritto risolve questo dilemma con il principio dell’affidamento: in una vendita, il dichiarante non è la sola parte contrattuale. Con la compravendita, il venditore regola i propri interessi nei rapporti con altre persone, le quali fanno affidamento sull’attuale assetto negoziale, rinunciano ad altri affari alternativi, altre occasioni di acquisto che vengono accantonate in vista della conclusione del primo contratto più conveniente.

Per semplicità, possiamo ricordare questa regola: nei contratti a titolo oneroso prevale l’affidamento del destinatario; nei contratti a titolo gratuito prevale la tutela del dichiarante. Questo è spiegabile perché l’insicurezza dei rapporti economici danneggerebbe pericolosamente i traffici commerciali, mentre nel campo delle attribuzioni liberali (donazioni, testamenti, ecc.) questa esigenza non è così marcata.

Questo non significa, però, che il venditore, caduto in confusione, sia sempre vincolato dalla sua proposta o dichiarazione. Anche questo aspetto è stato ben fatto notare da un nostro avvocato in una vertenza in cui era stato da noi incaricato per dirimere la lite insorta. Se l’errore è stato rilevato dal compratore o era accertabile con la normale diligenza, non vi è nessun affidamento da tutelare e la vendita non può dirsi conclusa.

Ciò significa che il diritto impone a ciascun contraente non soltanto il rispetto del legittimo affidamento, ma anche un onere di attenzione circa l’esistenza di eventuali errori nelle dichiarazioni dell’altra parte.

Il legittimo affidamento tutela il consumatore anche (e soprattutto) nel campo dei raggiri commerciali o di altri artifici ingannevoli. Quante volte i nostri avvocati hanno risolto casi di questo tipo! E quante volte le nostre polizze di tutela legale hanno difeso i consumatori ingannati! Attenzione, però. Se il raggiro proviene da un terzo, non è detto che la parte con la quale concludiamo l’affare ne fosse a conoscenza. Il diritto tutela l’affidamento del contraente ingannato solo se questi riesce a dimostrare (e qui è importante l’intervento di un avvocato) che la controparte era collusa con il terzo e sapeva dell’inganno.

Nel settore business, ci capita a volte di dover assistere un imprenditore o un professionista che ha gestito un affare con l’intermediazione di un falso procuratore. Viene tutelata la fiducia del rappresentato riposta nella persona del rappresentante o viene tutelato piuttosto il professionista che ignora la revoca o la modifica della procura? Anche qui, interviene la tutela dell’affidamento. Il diritto valuta che sia più opportuno far ricadere sul rappresentato (anziché sul professionista ignaro) le conseguenze di un’apparenza dannosa che il rappresentato ha contribuito a creare quando ha modificato o revocato la procura al proprio rappresentante senza farlo sapere all’imprenditore con cui stava trattando l’affare.

La tutela dell’affidamento interviene, ancora, a sanare il conflitto d’interessi. Quante volte abbiamo sentito questa parola! Che cosa significa tutto ciò? Sempre nel settore business, il diritto interviene per tutelare il rappresentato: ogni volta che dalla stipulazione di un contratto deriva un profitto indebito del rappresentante a scapito del rappresentato, il contratto può essere impugnato. Me se il procuratore ha sacrificato gli interessi del suo capo senza che l’altra parte fosse con lui collusa, la tutela dell’affidamento torna a proteggere la parte contrattuale più debole, quella che non sapeva dell’esistenza del conflitto d’interessi.

Insomma, molte norme e molti interessi, che il diritto concilia ricercando sempre l’assetto giuridico più corretto.

 

di Walter Brighenti – DAS

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