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L’EDUCAZIONE CIVICA, MATERIA OBBLIGATORIA A SCUOLA

Educazone civica camera scuola 17062019

Approvata alla Camera la legge che istituisce l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole.

Nel corso della XVIII legislatura è stata presentata, alla Camera, il disegno di legge che prevede il ripristino dell’insegnamento dell’educazione civica in tutte le scuole, dalle elementari alle superiori.

Con il voto favorevole di 451 deputati, il provvedimento è passato ora all’esame del Senato.

Nel progetto di legge in corso di approvazione, la “nuova” educazione civica non è più soltanto l’insegnamento della storia dei simboli patri nazionali, dal Vessillo Tricolore, al Risorgimento, alla Carta Costituzionale. L’obiettivo è più ambizioso e solo la continuazione della legislatura potrà dire se esso avrà possibilità di realizzazione concreta o se, all’opposto, sarà destinato a restare un’enunciazione programmatica.

L’educazione civica è la divulgazione e la trasmissione, ragionata e consapevole, dei valori culturali propri della società, in particolare delle regole che presiedono il funzionamento delle istituzioni pubbliche e della democrazia nella Repubblica Italiana.

Uno stato di diritto si regge da sempre su un insieme di norme che non sono soltanto di conio legislativo, ma che attengono al patrimonio culturale di un territorio e della comunità ivi stanziata. “Dove c’è società c’è diritto”, recitava un noto brocardo latino, e la società è lo specchio delle regole di cui essa contribuisce a dotarsi.

L’obiettivo dell’educazione civica è quello di formare studenti che, divenuti adulti, siano anche cittadini consapevoli e responsabili che partecipino, nel rispetto delle norme, alla vita culturale, sociale e relazionale della comunità di appartenenza.

Un’ora alla settimana dedicata allo studio della Costituzione italiana e delle Istituzioni europee.

Appare, forse, un po’ limitativo e fuorviante l’intento di demandare ad una disciplina ad hoc il compito di insegnare tutto questo, considerando il fatto che non basterà un’ora settimanale per formare le coscienze degli individui, che si sviluppano lungo tutta una vita, scolastica e non solo. La personalità umana si struttura all’interno di determinate istituzioni sociali di cui la scuola è una componente non meno importante ma non più esclusiva della famiglia, delle istituzioni culturali e ricreative, dei luoghi di lavoro e di aggregazione, dei vari altri momenti della vita associata.

L’articolo 1, comma 2, del disegno di legge definisce l’educazione civica come un insegnamento trasversale che comprende anche l’educazione stradale, l’educazione al volontariato, l’ecologia, il diritto alla salute, il benessere della persona, la “cittadinanza digitale”.

Non solo, quindi, cultura della legalità, stato di diritto, elettorato attivo e passivo, ma anche temi più ampi come quello della sostenibilità ambientale, della tutela del patrimonio territoriale e della cittadinanza responsabile (i.e. contrasto alle mafie e valorizzazione del patrimonio culturale).

L’articolo 5 introduce il concetto di “cittadinanza digitale”.

Si tratta di una novità molto importante pensata per combattere e prevenire i reati e le informazioni menzognere, che trovano nel web e nei social network il luogo di commissione e di diffusione (furto di identità, cyberbullismo, “fake news”, disinformazione o informazione manipolata). In particolare, l’educazione civica a scuola dovrebbe insegnare ad “analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti dei dati, le informazioni e i contenuti digitali (…) creare e gestire l’identità digitale, essere in grado di proteggere la reputazione personale, gestire e tutelare i dati che si producono attraverso gli strumenti digitali, rispettare i dati e le identità altrui, condividere informazioni identificabili proteggendo se stessi e gli altri”.

“Albo” delle buone pratiche e “Patto” educativo di corresponsabilità (artt. 9 e 7).

La “nuova” educazione civica prevede anche che il Ministero dell’Istruzione e dell’Università istituisca un apposito albo delle buone pratiche di educazione (art. 9) adottate dalle istituzioni scolastiche per l’attuazione delle tematiche indicate nella legge con il fine di condividere e diffondere tra gli operatori soluzioni organizzative ed esperienze di eccellenza. È previsto, altresì, un rafforzamento della collaborazione tra le istituzioni e la famiglia.

I dubbi che permangono in capo all’osservatore più disincantato attengono alla concreta attuazione delle norme programmatiche di tale disegno di legge. Il senso civico e l’educazione sono valori che allignano nel cuore delle persone e che si diffondono attraverso le testimonianze dirette e la coerenza delle esperienze prima ancora che mediante programmi ministeriali di insegnamento scolastico.

La coerenza richiama il concetto di comunità; l’etimologia della parola “congruentia” evoca quello dell’essere “riuniti e connessi”. La coerenza è relazione con la comunità e con il senso civico.

Un monito è, quindi, doveroso: la politica sappia dare esempio di tutto ciò.

DASy

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