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IL CLOUD-COMPUTING: COS’È E COME È NATO

Prima di cominciare, è bene chiarire una volta per tutte cos’è il cloud-computing, o, più semplicemente, cloud. 

Il NIST (National INstitute for Standard and Technology) ha dato una definizione univoca di cloud, etichettandolo come un insieme di servizi ICT accessibili on demand, in modalità self service, tramite tecnologie internet, basato su risorse condivise da uno a molti, con rapida scalabilità e con misurabilità puntuale dei livelli di performance, stabilendo il corrispettivo in base al consumo effettivo dei servizi stessi. 

Centrale è la presenza di server di proprietari terzi che garantiscono l’elaborazione e la gestione di dati che produciamo. 

Con il termine “cloud” non si intende nulla di fisico: un insieme di server tra loro collegati, ognuno dei quali è dedicato a una funzione specifica: archiviazione, potenza di calcolo, streaming, social network e così via. 

I servizi cloud più conosciuti sono quelli forniti dai grandi provider come Google e Microsoft. Si acquistano online, come detto, in modalità self service (con totale spersonalizzazione del rapporto tra utente e fornitore) e i format contrattuali non sono quasi mai negoziabili, non sempre le condizioni sono eque e bilanciate tra le parti. La concorrenza in questo settore è recentemente diventata globale: nuovi player di estrazione europea sono entrati in gioco, equilibrando lo strapotere del settore, finora appartenuto ai colossi americani.  

 

di Avv. Rita Eva Cresci – Iusintech

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