I dati Istat sugli infortuni sul lavoro evidenziano che nei primi sei mesi del 2018 i decessi sul lavoro sono stati 300, con un aumento del 10% rispetto al 2017. Una media di circa 2 morti al giorno che potrebbe essere maggiore se si considerano anche tutti quei lavoratori non tutelati dall’Inail e le denunce di infortunio mortale non riconosciute come tali dall’Istituto Nazionale di Assicurazione degli Infortuni sul Lavoro.
Analizzando la tipologia di infortuni si nota come vi sia stato un aumento degli infortuni derivanti da cadute dall’alto, incidenti ad opera di mezzi o macchine ed intossicazioni ambientali.
Nel 2017 le denunce per infortunio sono state 635.433, in linea con il 2016, con una lieve diminuzione per quanto riguarda gli incidenti avvenuti in occasione di lavoro (1379, -0.2%) ed un aumento per quanto riguarda quelli in itinere (+2,8%).
Per quanto concerne i morti sul lavoro si attestano a 469 nei soli primi sei mesi del 2018, un dato in linea con il 2017 quando nello stesso periodo erano 473.
Ad essere colpiti sono per lo più i lavoratori con più di 50 anni (234 casi con una media di una morte su due per questa fascia d’età), mentre diminuiscono le morti di giovani sotto i 34 anni (da 76 a 71), quelle di lavoratori tra i 35 e i 49 anni (da 159 a 132) e quelle degli over 65 (da 35 a 32).
Dati che evidenziano un’emergenza estesa in tutto il Paese, per la quale si vedono necessarie una serie di misure che mettano al centro il tema della sicurezza sul lavoro. Una situazione ancora tragica quindi, che può essere migliorata innanzitutto intensificando i controlli; promuovendo leggi che da un lato colpiscano in modo severo chi non le rispetta e dall’altro premino le aziende più virtuose e meritocratiche.
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