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Il caso

Prodotto utilizzato: DAS per Te

Tempi di definizione: 20 giorni

VACANZE E COVID-19: LA RICHIESTA DI RIMBORSO

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Le vacanze, nonostante il periodo poco felice per il turismo italiano, sono tra i momenti più belli nella vita di ognuno di noi, ma può capitare di rovinarle a causa di un volo annullatoun bagaglio smarrito, o altri imprevisti che possono renderle un inferno; oggi vi raccontiamo la storia di un nostro assicurato con la polizza DAS in Famiglia che a causa del COVID-19 ha dovuto disdire un volo all’ultimo minuto e ci ha chiesto supporto la richiesta di rimborso.

La vacanza al Nord era iniziata bene e si era conclusa altrettanto bene.

Un bel risultato per Giuseppina e Valerio che erano riusciti ad andare in ferie, in montagna, in aereo, viaggiando in tutta sicurezza, scrupolosi come non mai per non commettere errori in una fase di “ritorno alla normalità” in tempo di pandemia.

La polizza “DAS in Famiglia” tutela il nucleo familiare anche durante i viaggi per le controversie contrattuali insorte con il vettore o il tour operator.

Il problema all’ultimo giorno: forse un colpo di freddo, uno sbalzo termico, la stagione che cambia all’improvviso a fine agosto, ed ecco che Giuseppina si sente poco bene e compare il sintomo della febbre. Per Valerio è una preoccupazione notevole e gli sorge spontaneo un interrogativo che però tiene per sé (e che il lettore può ben immaginare).

Il “Codice del Turismo” è chiaro sul punto: per le situazioni impreviste, che non consentono la partenza, è possibile ottenere il rimborso di quanto pagato per il biglietto.

Valerio non si perde d’animo. Non può certamente recarsi in aeroporto per l’imbarco e decide di fare rientro al Nord noleggiando un’auto e rinunciando al volo: viaggia tutta la notte e l’indomani sottopone la sua fidanzata ai controlli previsti dai protocolli di contenimento dell’epidemia.

Pochi giorni dopo, fortunatamente, l’esito positivo: si è trattato di un semplice raffreddore, ma il vettore rifiuta a Giuseppina il rimborso del prezzo del biglietto di ritorno per “sopravvenuta impossibilità” poiché il passeggero ha rinunciato in modo volontario ad un volo che veniva effettuato regolarmente.

La coppia si rivolge quindi a noi per denunciare la pratica commerciale scorretta della compagnia aerea e aprire un sinistro.

Il nostro legale incaricato fa presente alla coppia che la fattispecie è un po’ dubbia perché non è avvenuta la misurazione della temperatura all’ingresso dell’aerostazione prima dell’imbarco.

Tuttavia, il nostro avvocato richiama la legge italiana la quale prevede, a tal riguardo, il rimborso per tutti i viaggiatori che, a causa dell’emergenza Covid-19, non possano presentarsi all’imbarco di un volo che viene regolarmente effettuato.

La produzione di tutta la documentazione clinica successiva al ricovero di Giuseppina, e il richiamo alla normativa dell’ente di vigilanza Enac in quanto compatibile, hanno tuttavia indotto il vettore aereo ad accogliere le richieste del nostro avvocato e a rimborsare il prezzo del biglietto di ritorno.

 

Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale.

DASy

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