Il prodotto: “DAS IN AZIENDA”; valore in lite: 2.500 Euro; durata della causa: 30 giorni; spese legali sostenute da DAS per la chiamata in causa di terzo: 606 Euro oltre IVA e C.P.A.

Farsi male, è un attimo. Ottenere un risarcimento è spesso cosa difficile. Le conseguenze, imprevedibili. Ma quando la polizza assicurativa è una polizza di tutela legale, tutto può risultare più facile, meno gravoso. Così è stato per Jey, nostra assicurata con il prodotto di tutela legale “DAS IN AZIENDA”, titolare di un bistrot tavola calda e coinvolta in uno spiacevole inconveniente con un cliente.

Il fatto. Abbiamo già trattato casi relativi al tema della diligente custodia e della responsabilità del ristoratore e dell’albergatore ai sensi dell’art. 2051 Codice Civile (link) nonché il tema dell’osservanza delle disposizioni normative e dei protocolli relativi alla sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro, specie di quelli aperti al pubblico o concernenti la somministrazione di sostanze alimentari.

La polizza “DAS IN AZIENDA” integra la polizza di RC per i danni causati a terzi e comprende le controversie contrattuali con fornitori, dipendenti o clienti.

Jey ha aperto un esercizio commerciale di ristorazione in una nota località di villeggiatura e ha seguito con scrupolo tutte le regole previste per la corretta gestione di un locale commerciale, ma il rischio di un evento dannoso è sempre presente e, per tale ragione, Jey, non ha esitato ad assicurarsi sia con una polizza di RC professionale, sia con una polizza di tutela legale DAS.

La responsabilità del custode è una responsabilità oggettiva, che ammette la prova liberatoria del solo “caso fortuito”: l’onere della prova è sempre a carico del custode, mentre al danneggiato spetta unicamente la dimostrazione del nesso causale tra l’evento e il danno.

Accadeva che un cliente di Jey, mentre si recava alla toilette, scivolasse sul pavimento che asseriva essere ancora bagnato, riportando una contusione al ginocchio. Impossibile smentire quanto affermato dal cliente, anche per l’assenza di testimoni a favore di Jey. Pertanto, la titolare del locale ha provveduto immediatamente ad informare la propria assicurazione della RC per aprire un fascicolo e risarcire così il danneggiato.

Secondo la giurisprudenza, il “caso fortuito” è un evento eccezionale, imputabile a terzi, o comunque non riconducibile alla sfera di controllo del custode.

Inspiegabilmente, la compagnia di RC ha indugiato nel risarcire il danno al cliente di Jey cosicché, quest’ultima, è stata raggiunta da una citazione a giudizio da parte del legale della controparte.

Jey si è trovata in difficoltà perché la notifica di un atto di citazione è sempre un fatto spiacevole dai risvolti spesso imprevedibili.

In questo caso, la polizza DAS di tutela legale non opera (c.d. extracontrattuale passivo), ma è possibile accordare copertura alla chiamata in causa dell’assicuratore della RC per inadempimento contrattuale (mancato risarcimento del danno pur essendo la fattispecie in garanzia in base alle condizioni di polizza).

Affidata la pratica ad un nostro avvocato convenzionato, trattandosi di un procedimento giudiziale “litisconsortile”, abbiamo accordato garanzia al 50% perché la strategia difensiva era unitaria e risultava difficoltoso scindere l’attività di assistenza legale tra “lato attivo” e “lato passivo” della vicenda.

La cessazione della materia del contendere per sopravvenuta composizione della lite. La rinuncia all’azione e la transazione.

Successivamente alla chiamata in causa dell’assicuratore della RC, la compagnia di RC formulava un’offerta risarcitoria ritenuta congrua dalla controparte. La nostra cliente è stata, quindi, manlevata da ogni onere risarcitorio e nessuna spesa legale le è stata addebitata poiché il restante 50% è stato posto a carico dell’assicuratore della RC.

 

di Walter Brighenti – DAS

Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale