Quando la responsabilità è del gestore dell’impianto: confermato il risarcimento del danno richiesto da uno sciatore.
Il nostro assicurato Remigio Ferretti è uno sciatore amatoriale assicurato con la polizza di tutela legale DAS in Famiglia. Ogni anno, è solito trascorrere una settimana bianca tra le montagne per dedicarsi al suo sport preferito, ma l’inverno scorso è stato vittima di un infortunio sulle piste da sci. Raccontandovi questo caso risolto, vi spieghiamo come opera la polizza di tutela legale.
Sicurezza degli impianti sciistici: quando la responsabilità è del gestore della seggiovia
Il fatto, in sintesi. Remigio denuncia un sinistro al nostro ufficio Claims. Sciovie e seggiovie sono impianti sportivi regolati da norme specifiche in tema di sicurezza nonché da quelle più particolari disciplinate dal contratto di trasporto, che viene stipulato nel momento in cui si accede alle piste. Tali disposizioni contrattuali fissano anche i confini delle rispettive responsabilità: quella del fruitore del servizio e quella del gestore dell’impianto.
Com’è noto, il gestore della sciovia deve garantire, all’interno delle aree sciabili attrezzate, la pratica delle attività sportive e ricreative in condizioni di sicurezza. La legge 363/03 pone, pertanto, a carico del gestore una serie di obblighi tra cui quello della messa in sicurezza delle piste e della manutenzione ordinaria (artt. 2, 7).
Una lastra di ghiaccio non rimosa e non segnalata in prossimità dell’arrivo alla seggiovia ha provocato la caduta di Remigio che, scivolando, si è fratturato un arto.
Il ghiaccio formatosi sulla piazzola di arrivo, dopo un’abbondante nevicata, doveva essere rimosso da colui che aveva in affido demaniale la gestione della stazione sciistica di risalita e che era tenuto alla custodia e alla manutenzione. Non poteva essere opposta la circostanza del difetto di attenzione e di cura da parte dell’utente del mezzo di risalita né quella dell’eccezionalità delle nevicate verificatesi in quei giorni poiché tali fatti non erano riconducibili né al comportamento imprudente del sig. Remigio né alla fortuità del caso quale esimente dello stesso.
Come opera la polizza di tutela legale DAS?
L’avvocato incaricato DAS ha assunto in gestione la trattazione del caso assunto in garanzia dalla Compagnia. L’avvocato DAS ha spiegato all’assicurato, il sig. Remigio, che il danneggiato deve comunque dimostrare l’esistenza del fatto dannoso, il nesso di causalità e il danno, rimanendo a carico del custode l’obbligo di dimostrazione del fortuito.
In base a queste premesse, per richiedere alla controparte il risarcimento delle lesioni personali subìte, l’avvocato DAS ha spiegato al cliente che è necessario produrre il referto medico di pronto soccorso, riservandosi di far pervenire la documentazione clinica attestante l’entità del danno, (esami, visite mediche, farmaci e medicinali, terapie prescritte), il certificato di compiuta guarigione e la perizia medico-legale di parte (anch’essa coperta dalla polizza di tutela legale).
A tal proposito, l’avvocato DAS ha precisato che sono opportune due importanti integrazioni: 1) l’allegazione delle deposizioni dei testimoni presenti nell’immediatezza dei fatti e 2) la richiesta di risarcimento dei danni materiali (richiesta formulata al danneggiante con una congrua e motivata domanda di risarcimento che tenesse conto anche del danno da vacanza rovinata).
Infine, l’avvocato DAS ha provveduto a prendere contatti con l’assicuratore della RC del gestore dell’impianto di risalita e, dopo una lunga trattativa nel corso della quale sono stati esposti i fatti indicati sopra, è stato ottenuto un congruo risarcimento del danno.
Il prodotto: DAS in Famiglia; durata della controversia: 4 mesi; valore in lite: oltre 5.000 Euro; spese peritali sostenute da DAS: 350 Euro; spese legali sostenute da DAS: 500 Euro oltre IVA ed accessori.
di Walter Brighenti – DAS
Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale