Più volte siamo tornati sul tema della giustizia (vedi i nostri articoli sui temi della prescrizione e durata di un processo); in questo articolo cerchiamo di rispondere ad una delle domande che ognuno di noi si fa quando ha un problema di natura legale: quanto costa un avvocato?
Quanto costa un avvocato
In questo articolo, vogliamo, invece, ragionare un po’ sul costo dell’attività di un avvocato partendo da una premessa: i costi per iniziare una causa variano da paese a paese ed è difficile fare una comparazione. Un’altra considerazione è doverosa: tutto ha un prezzo e il corrispettivo è sempre proporzionato alla qualità della consulenza prestata. Un professionista specializzato e competente per materia, con lunga esperienza forense, ha i suoi costi ed espone le sue parcelle. È la legge del mercato.
Per questo motivo la polizza di tutela legale è la risposta ideale: rendere fruibile a tutti il ricorso alla giustizia.
La tariffe di un avvocato: le stime di costo
In definitiva non è semplice stabilire il costo di un avvocato data la libertà di tariffario prevista per questi professionisti, è importante ricordare però che esistono dei limiti e delle regole che permettono di evitare ai clienti di trovarsi davanti a costi del tutto inattesi.
Esistono poi alcune variabili che determinano un onorario più o meno oneroso come la specializzazione, la tipologia di un giudizio e l’esperienza.
Di seguito una lista di servizi e di stima di costi degli avvocati:
- Consulenza verbale: da 100 a 300 euro;
- Consulenza scritta: da 200 a 1.000 euro;
- Giudizio: da 300 euro a 2.000 euro;
- Ricorso: da 150 euro a 1.300 euro;
- Eredità: da 2.000 euro a 2.500 euro;
- Divorzio: da 300 euro a 1.500 euro;
- Sfratto: da 200 euro a 1.000 euro;
- Compenso per atto stragiudiziale: da 270 euro a 6.000 euro;
- Compenso per amministrazione di sostegno: da 1.200 euro a 2.500 euro;
- Assistenza a detenuti: da 200 euro a 400 euro.
- Ordine per procedura di pagamento: da 180 euro a 500 euro;
A questi importi andrà aggiunta l’IVA (attualmente al 22%) e la Cassa Forense, con aliquota al 4%.
Dati statistici sui costi di un avvocato
Alcuni dati statistici, ci possono aiutare ad inquadrare meglio il contesto (Fonte: Istat, Report Statistiche, 2016):
- nel 2015, l’11% della popolazione dichiara di essere stata coinvolta, almeno una volta nella vita, in un contenzioso civile;
- all’avvio della causa, soltanto il 27,8% dei cittadini dichiara di essere a conoscenza dei costi da sostenere; la percentuale crolla in Cassazione (7,9%);
- il processo civile si svolge in un ampio arco temporale: il 52% degli intervistati, che hanno avuto un’esperienza diretta con la giustizia, dichiara di essere poco o per niente soddisfatta;
- il 70% dichiara la propria insoddisfazione per aver sostenuto costi di giustizia elevati e assolutamente non previsti;
- ben 1 milione e 555 mila persone hanno deciso di rinunciare ad avviare una causa civile per il timore di sostenere costi troppo elevati rispetto al vantaggio conseguibile;
- pochi sanno che è possibile raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente mediante lodi di risoluzione extragiudiziale (arbitrato, mediazione civile). La percentuale dei cittadini che ha utilizzato tali strumenti alternativi al dibattimento è di appena il 3,6%;
- un rapido calcolo ci porta ad affermare che, ad esempio, per un’azione di risarcimento danni del valore di 50.000 Euro, le spese legali da affrontare non saranno meno di 6.000 Euro cui dovranno essere aggiunti almeno altri 1.000 Euro in caso di perizia o di consulenza tecnica.
E il confronto europeo? Come si colloca la giustizia italiana in una comparazione con i principali paesi dell’UE? Ricordiamo che due fattori scoraggiano più di ogni altro gli operatori economici dall’investire in un paese straniero: lentezza dei processi e costi della corruzione.
- Cause civili e commerciali pendenti: 400 cause in Italia ogni 1.000 abitanti (2.500 in Francia, 900 in Germania, 200 in Lussemburgo); in Italia: l’incidenza delle cause è di 2,4 volte in più rispetto alla media dei paesi europei.
- Una stima confermerebbe la possibilità di 170 miliardi di investimenti stranieri in più se l’Italia: a) fosse più competitiva in termini di giustizia efficiente e b) attuasse un maggiore contrasto alla criminalità/corruzione/evasione fiscale.
- Una stima confermerebbe la possibilità di 40 miliardi di PIL in più in termini di risparmio dei costi se l’amministrazione della giustizia italiana fosse più snella, i processi digitalizzati, l’ordinamento giudiziario riformato (Fonte: “The European House – Ambrosetti” su dati del “Corriere della Sera” del 06.09.2020).
Questi aspetti sono importanti da considerare poiché far valere le proprie ragioni in giudizio è un diritto di rango costituzionale, ma l’accesso al sistema giudiziario è fortemente condizionato dai tempi di amministrazione della giustizia e dai costi della stessa.
Tali limiti, possono incidere non poco sulla decisione di un operatore economico, di un privato cittadino o di un consumatore: agire per accertare le altrui responsabilità e per richiedere un equo ristoro per il danno sofferto può risultare alquanto gravoso. Un noto aforisma giuridico ricorda che l’applicazione di una norma può tramutarsi in una somma ingiustizia (“summum ius, summa iniuria”).
Qualche anno fa, abbiamo commissionato un sondaggio: il 60% degli italiani non conosce la polizza di tutela legale e meno di 2 italiani su 10 sono assicurati con la tutela legale per proteggersi dai contenziosi.
Capire quanto può costare un avvocato in termini di parcella e quanto può costare l’attesa di un giudicato, può ragionevolmente indurre a riflettere sulla convenienza di rivolgersi ad una Compagnia specializzata di tutela legale che non soltanto mette a disposizione gli avvocati del proprio network, ma gestisce direttamente insieme a loro le vertenze ricercando, laddove possibile, una soluzione transattiva con la controparte.
Un processo civile che, in Italia, attraversi tutti e tre i gradi di giudizio (tribunale, appello e Cassazione) dura in media otto anni.
Per questo motivo, alcuni paesi europei, soprattutto del Nord Europa, dove vi è una spiccata sensibilità per questi temi, hanno introdotto la deducibilità fiscale dei premi della polizza di tutela legale: l’intento del legislatore è quello di consentire ad un maggior numero di cittadini l’accesso alla giustizia rendendo più popolare e democratico l’ordinamento processuale.
La peggiore sconfitta che si possa subire è quella di rinunciare in partenza a far valere le proprie ragioni
Cosa dice la legge sul tariffario forense
Come dicevamo, i costi di un avvocato dipendono da molteplici variabili e cambiano molto da paese a paese. Ad esempio, in Italia, qualche anno fa, le liberalizzazioni volute dal Governo Bersani hanno comportato l’abolizione delle tariffe e dei minimi professionali: l’avvocato è libero di pattuire col cliente il compenso professionale per l’attività che dovrà prestare. In mancanza di pattuizione, si applicano i criteri di liquidazione giudiziale stabiliti con decreto dal Ministero della Giustizia.
In alcuni paesi, si applica il “patto di quota lite”: ciò comporta la rinuncia all’onorario da parte del legale in caso di insuccesso. Oppure, in caso di vittoria, al legale spetta una percentuale sull’importo del risarcimento ottenuto o sul credito recuperato.
In altri sistemi giuridici, le parcelle, anziché essere rapportate al valore della causa, come in Italia, sono commisurate ad un tariffario su base oraria del tempo dedicato dal professionista all’attività legale. In alcuni paesi, per promuovere una causa, è necessario ingaggiare due avvocati: un primo avvocato (“solicitor”) si dedica esclusivamente ai rapporti con il cliente studiando le carte della vertenza, mentre un secondo avvocato (“barrister”) è quello che si presenta in tribunale davanti al giudice per istruire la causa.
I vantaggi di avere un’assicurazione di tutela legale
Avere un’assicurazione di tutela legale ha diversi vantaggi, uno di questi riguarda la copertura delle spese: l’assicurazione infatti, copre tutte le spese collegate alla difesa in sede penale, civile e amministrativa (nei limiti degli ambiti previsti dalla polizza). Un altro aspetto vantaggioso è l’affiancamento al cliente e infine la semplificazione di aspetti burocratici e gestionali che spesso sono fonte di incertezza e rischio per chi si prepara ad affrontare un processo.
Prima di iniziare una causa bisogna essere consapevoli di cosa si affronta: DAS aiuta i propri clienti a fare la scelta migliore.
La causa va preparata con cura, il cliente deve collaborare con l’avvocato non omettendo nessuna informazione utile, è necessario indagare sulla solvibilità del debitore inadempiente perché una sentenza di per sé non basta: occorre darvi esecuzione.
La condotta dell’avvocato oscilla tra questi due estremi: è chiaro che non è possibile accettare l’incarico a fronte del pagamento del solo fondo spese (contributo unificato, spese di notifica, tassa di iscrizione a ruolo, accessori di legge, imposta di registro, altri importi forfettari, ecc.), ma non è possibile neppure richiedere il pagamento anticipato dell’onorario previsto per l’intera causa. L’ordinamento italiano prevede che colui che intende far valere in giudizio un proprio diritto ne deve anticipare le spese che, al termine della causa, saranno poste a carico della parte soccombente (se non vengono compensate dal giudice: ogni parte si paga il proprio avvocato).
La polizza di tutela legale manleva l’assicurato da questi oneri poiché ogni grado di giudizio, autorizzato dalla Compagnia, è a carico dell’assicuratore.
DAS non può ridurre la durata dei procedimenti, né garantire la puntualità delle udienze, ma può semplificare gli aspetti gestionali e burocratici facendosi carico delle incertezze e dei rischi che graverebbero altrimenti sugli assicurati.
di Walter Brighenti – DAS
Potrebbe interessarti anche: