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GREEN DEAL EUROPEO: LE 5 COSE DA SAPERE

green deal
Cos’è il Green Deal europeo?

 

La Commissione europea ha adottato una serie di iniziative per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia e trasporti e favorire la “transizione ecologica”. Con il termine “Green Deal” si intende un insieme di misure di medio lungo periodo, da attuarsi negli stati membri, finalizzate a preservare l’ecosistema mediante una trasformazione e un rinnovo degli assetti tradizionali di produzione e di consumo. Questa nuova politica ambientale è resa necessaria perché i cambiamenti climatici che stiamo vivendo (in primis, l’innalzamento della temperatura del pianeta a causa dei gas serra) e il degrado ambientale sono una minaccia enorme non solo per la salute, ma anche per l’economia che rischia di non essere più competitiva sotto il profilo delle risorse e del loro approvvigionamento.

 

Green Deal europeo: obiettivi. Le 5 cose da sapere

 

Partiamo da alcuni dati riportati nel sito istituzionale dell’UE. Ecco cosa c’è da sapere (Fonte: Parlamento Europeo, sito istituzionale, https://www.europarl.europa.eu):

  • gli scienziati confermano che il rischio di un cambiamento irreversibile e catastrofico aumenterebbe in modo rilevante qualora il riscaldamento globale superasse i 2°C (o anche solo i 1,5°C) rispetto ai valori preindustriali;
  • si prevede che, qualora non vengano adottate ulteriori misure volte a ridurre le emissioni, nel corso di questo secolo la temperatura globale media possa subire un aumento compreso tra 1,1°C e 6,4°C;

Il Green Deal europeo migliorerà non solo il benessere economico e la salute dei cittadini europei, ma rappresenterà anche un investimento per le generazioni future che potranno beneficiare degli effetti di un insieme di politiche economiche in cui l’ambiente e l’innovazione tecnologica trovano un punto di incontro e di efficace sinergia. Ecco i cinque obiettivi del Green Deal europeo:

  1. promuovere la biodiversità e l’economia circolare;
  2. industria più competitiva e resiliente a livello globale;
  3. energia pulita e innovazione tecnologica;
  4. edilizia rinnovata ed edifici più efficienti dal punto di vista energetico;
  5. trasporti adeguati alle esigenze future e formazione delle competenze per la transizione;

Come si può capire, il Green Deal europeo è una sorta di “rivoluzione ambientale” che qualcuno ha già equiparato ad una nuova rivoluzione industriale. Infatti, l’ambiente viene posto al centro di ogni strategia e viene visto come il laboratorio in cui tutte le iniziative economiche e sociali dovranno interagire e risultare compatibili. In altre parole, non ci potranno essere crescita economica e sviluppo se queste istanze non risulteranno funzionali alla valorizzazione dell’ambiente inteso sia come ecosistema, sia come contesto sociale in cui l’inclusione e le libertà fondamentali potranno esprimersi al meglio.

 

Green Deal europeo: norme edilizia

 

Nei nostri prossimi articoli, svilupperemo meglio i temi del Green Deal europeo: oggi, vorremmo focalizzare l’attenzione sul settore edile. Infatti, uno degli obiettivi di tale “new deal” è proprio quello di riformare il parco immobiliare europeo adottando la strategia e la legislazione più adeguate nei vari paesi dell’Unione Europea. Occorre, a tal riguardo, tenere presente che le istituzioni comunitarie non dispongono di un’autorità primaria in materia legislativa e che è compito degli stati membri varare, nei rispettivi territori, le misure più idonee a realizzare, in base al principio di sussidiarietà, le indicazioni della Commissione Europea.

 

Normativa UE uffici green. Una nuova sfida per architetti e professionisti

 

L’edilizia ha un ruolo fondamentale nella vita quotidiana, sia privata che professionale. Infatti, noi trascorriamo gran parte della giornata all’interno di edifici, ma l’edilizia è anche il più grande consumatore di energia e uno dei principali responsabili delle emissioni di biossido di carbonio. Ecco alcuni dati:

  • gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra, emissioni dovute principalmente alla costruzione, alla ristrutturazione, alla demolizione e al riscaldamento delle abitazioni;
  • l’efficienza energetica dell’edilizia è fondamentale per conseguire l’obiettivo di neutralità in termini di emissioni di carbonio entro l’anno 2050;
  • oggi circa il 75% del parco immobiliare dell’UE è inefficiente quanto al profilo energetico: gran parte dell’energia consumata viene sprecata;
  • la ristrutturazione degli edifici esistenti potrebbe ridurre del 5-6% circa il consumo totale di energia in Europa e del 5% circa le emissioni di biossido di carbonio;
  • i tassi di ristrutturazione in Europa sono ancora molto bassi; ciò significa che gli edifici invecchiano senza mai ricevere adeguamenti a livello energetico; si stima che meno dell’1% del parco immobiliare nazionale venga ristrutturato ogni anno (le percentuali negli stati membri oscillano fra lo 0,4% e l’1,2%);
  • si stima che per realizzare gli obiettivi in materia di transizione verso l’energia pulita, i tassi di ristrutturazione dovrebbero almeno raddoppiare;
  • l’impatto cumulativo di questi adeguamenti immobiliari “green” a livello europeo contribuirà all’obiettivo finale di raggiungere, entro il 2030, un parametro di efficienza energetica in termini di risparmio del 32,5%;

Per quanto riguarda la normativa UE in tema di uffici green, sono numerose le iniziative e le agenzie europee che promuovono la riconversione di siti produttivi e di stabilimenti industriali al fine di renderli compatibili con gli standard di efficienza energetica. In particolare:

  • l’UE sostiene e finanzia l’edilizia per l’efficienza energetica attraverso la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), che concede prestiti agevolati per progetti mirati al raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di energia e di clima;
  • mediante la banca dati “Orizzonte 2020”, l’UE sovvenziona progetti che promuovono la tecnologia e l’adozione delle migliori pratiche nel settore immobiliare. Apparecchi quali i contatori intelligenti e gli strumenti digitali contribuiscono all’efficienza energetica e possono aiutare a ridurre i consumi e a risparmiare;
  • l’Osservatorio Europeo del Parco Immobiliare (BSO) è uno strumento che tiene traccia delle caratteristiche e del rendimento energetico degli edifici nell’UE. Avviato nel 2016, il BSO controlla e valuta i miglioramenti in materia di efficienza energetica nell’edilizia;
  • mediante il portale “Build-Up”, l’UE informa gli operatori del settore edile e fornisce loro le competenze e le conoscenze necessarie per garantire che i progetti di costruzione e di ristrutturazione soddisfino i requisiti di efficienza energetica;
  • la banca dati “Orizzonte 2020” offre anche la possibilità di individuare e selezionare tutti i progetti esistenti finanziati dall’UE;
  • CINEA è l’Agenzia Esecutiva Europea per il Clima, le Infrastrutture e l’Ambiente. Obiettivo principale dell’agenzia è quello di aumentare il numero di professionisti dell’edilizia formati e qualificati in tutta Europa per realizzare ristrutturazioni edilizie che offrano prestazioni ad alta energia così come nuovi edifici a consumo energetico quasi zero.

 

Direttive comunitarie sull’efficienze energetica: Green Deal europeo e sanzioni

 

Si tratta, per lo più, di direttive comunitarie e di raccomandazioni della Commissione. I testi normativi non vanno sottovalutati, ma non sono immediatamente vincolanti per i cittadini degli stati membri. Come già osservato, in forza del “principio di sussidiarietà”, occorre che i singoli stati membri diano attuazione alla regolamentazione comunitaria con apposite norme di legge nazionale. Le sanzioni sono, quindi, per lo più rivolte ai paesi dell’UE, che si sono impegnati a rispettare i parametri comunitari e che, in caso di inosservanza, potrebbero perdere o non avere accesso ai finanziamenti che l’UE ha stanziato per l’attuazione delle singole politiche energetiche. In particolare:

  • ciascuno stato membro dell’UE fisserà contributi nazionali per l’efficienza energetica e per il consumo di energia finale e primaria, nonché una traiettoria indicativa da presentare alla Commissione come aggiornamento dei propri Piani Nazionali per Energia e Clima (PNEC);
  • la direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili è intesa a garantire che, entro il 2030, le energie rinnovabili quali biomassa ed energia eolica, idroelettrica e solare rappresentino almeno il 32% del consumo totale di energia dell’UE in termini di produzione di elettricità, trasporti, riscaldamento e raffreddamento;
  • la direttiva sull’efficienza energetica fissa un obiettivo di efficienza energetica del 32,5% per l’UE, da conseguire entro il 2030, con una clausola di revisione al rialzo entro il 2023, ed estende oltre il 2020 gli obblighi annuali in materia di risparmio energetico;
  • la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che comprende misure volte ad accelerare il ritmo di ristrutturazione degli edifici e la transizione verso sistemi più efficienti sotto il profilo energetico nonché a migliorare il rendimento energetico dei nuovi edifici tramite l’uso di sistemi intelligenti di gestione dell’energia;

Infine, la Commissione europea ha proposto una nuova direttiva dell’UE per perseguire la criminalità ambientale, tema fondamentale del Green Deal europeo. Per quanto riguarda le sanzioni per i reati ambientali, il progetto di direttiva prevede, a carico dei soggetti responsabili, ulteriori sanzioni tra cui il ripristino della natura dei luoghi, l’esclusione dall’accesso ai finanziamenti pubblici e alle procedure di appalto o la revoca delle autorizzazioni amministrative. Nel sito ufficiale della Commissione europea si legge che: “la Commissione continuerà a sostenere gli stati membri offrendo agli operatori delle autorità di contrasto e alle loro reti professionali una piattaforma per discussioni strategiche e fornendo loro assistenza finanziaria. Infine, poiché la criminalità ambientale è un fenomeno globale, la Commissione continuerà a promuovere la cooperazione internazionale in questo settore” (Fonte: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail).

 

di Walter Brighenti – DAS

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