Il lockdown dovuto alla pandemia e le misure di distanziamento sociale ci hanno costretto a restare a lungo nelle nostre case. La parola “casa”, tuttavia, si presta a numerose declinazioni e non sempre l’immagine raffigurata nella nostra mente corrisponde a quella di uno spazio vivibile e fruibile, come infatti le situazioni di sovraffollamento dovute a smart working e a didattica scolastica da remoto hanno spesso messo in evidenza.
Un anno e mezzo fa (nostro articolo del 22.06.2020 consultabile in questo link), ci siamo interrogati sulla situazione immobiliare italiana e, dall’analisi delle statistiche ISTAT, emergeva che:
- l’80% degli italiani vive in una casa di proprietà;
- il 18% degli italiani vive in affitto;
- il 17,7% degli italiani ha contratto un mutuo ipotecario;
Interessante è adesso approfondire la “condizione” di vita in un alloggio di proprietà o in affitto poiché, sempre le statistiche, ci informano sul fatto che la maggior parte degli italiani vive in condominio e non in una casa autonoma. Ecco alcuni dati:
- 1 milione i condomìni in Italia;
- 14 milioni di famiglie vivono in un condominio e il loro nucleo familiare in media è composto da 4 persone;
- il 52,6% degli italiani vive in appartamento;
- la superficie media delle case in Italia è di 117 metri quadrati;
Il 46% della popolazione europea vive in appartamento. Poco più di un terzo (35%) della popolazione europea vive in case unifamiliari e quasi un quinto (19%) vive in villette a schiera o semi indipendenti. Gli appartamenti sono la prima tipologia abitativa in nove stati membri, in particolare:
- Lettonia 66%,
- Spagna 65%,
- Estonia 62%
- Grecia 61%.
- Italia 52,6%
- Bulgaria 46,5%
- Austria 46,1%
- Portogallo 45,5%
- Polonia 44,6%
Sembrerà strano (pensando al Bel Paese come un territorio ricco di vallate, montagne, appennini, borghi medioevali e paesini arroccati su pianori isolati), ma l’Italia è uno dei paesi della Comunità Europea con la più ampia incidenza di abitanti che vivono in condominio. Un numero, prima di altri:
- 325.000 è il totale degli amministratori condominiali operanti in Italia;
Il dato è significativo e denota la rilevanza economica di una categoria professionale fondamentale per la corretta gestione non solo degli edifici condominiali, ma anche dei rapporti di vicinato spesso causa di litigi e contenziosi legali. Ecco alcuni dati che riguardano i contesti condominiali in Italia (Fonte: “Istituto Nazionale per la Mediazione e l’Arbitrato”):
- le liti condominiali rappresentano un peso enorme per il carico giudiziario dei tribunali (oltre 400.000 le cause pendenti, circa il 10% del totale), con evidenti risvolti negativi per la giustizia civile;
- i litigi sono più frequenti al sud (11,1%) più fra gli uomini (10,3% contro l’8,3% delle donne), più nei piccoli centri (10,4%) che nelle grandi città;
Altro aspetto da considerare è la dimensione del “condominio”. In alcuni casi, si parla di “super condominio” per indicare l’aggregazione di più stabili collegati tra loro da servizi in comune. Ecco la definizione fornita dalla Corte di Cassazione: “una pluralità di edifici, costituiti o meno in distinti condomìni, ma compresi in una più ampia organizzazione condominiale, legati tra loro dall’esistenza di impianti e servizi comuni in rapporto di accessorietà con i fabbricati”. Condizione essenziale è che vi siano più edifici tra loro connessi. Le parti comuni risultano, quindi, collegate da un vincolo di accessorietà a ciascuno degli edifici.
Per queste e altre problematiche, utile la polizza di tutela legale Difesa Condominio: uno strumento assicurativo fondamentale per tutelare il condominio e le sue parti comuni dai danni cagionati da terzi; una tutela per il condominio nei confronti dei condòmini inadempienti; una tutela legale completa per l’amministratore e i suoi collaboratori.
Leggi il caso risolto: Vertenze con condomini e ripartizione spese
di Walter Brighenti – DAS