Ci si chiede spesso a cosa serva una polizza di tutela legale. Di solito, a questa domanda si risponde illustrando le molteplici garanzie della polizza assicurativa e spiegando che essa prevede il pagamento delle spese di soccombenza, oltre a quelle per l’intervento di un avvocato (onorario), nonché le spese per una eventuale perizia o consulenza tecnica (spese peritali). Il vantaggio della polizza di tutela legale consiste nel rendere più fruibile l’accesso alla giustizia, sia civile che penale, poiché è indubbio che non tutti possono permettersi di pagare un avvocato semplicemente per veder affermato un diritto e che, talvolta, anzi molte volte, il ragionamento sul costo della parcella è il fattore ostativo che ci induce a rinunciare a far valere le nostre ragioni.
Agire in giudizio ha un costo. A parte gli atti di volontaria giurisdizione (e con dei limiti), è legittimo che un professionista chieda al proprio cliente un acconto o un fondo spese per l’inizio dell’attività di studio della controversia così come che, durante la causa, ciascuna parte anticipi le spese degli atti che ha interesse a compiere o a chiedere al giudice. Ma, tutto ciò, può tradursi in un limite per il privato cittadino, che può non essere in grado di sostenere tali esborsi.
Cosa sono le spese legali di soccombenza?
C’è, però, un’altra validissima argomentazione a favore di un’assicurazione di tutela legale: quella che, mediante la polizza di tutela legale, si riesce a “neutralizzare” il rischio di un’eventuale soccombenza giudiziale con conseguente condanna alla “rifusione delle spese legali e di giustizia”. Cosa sono le spese legali di soccombenza?
Innanzitutto, dobbiamo precisare che ci riferiamo al processo civile. Infatti, nel processo penale, l’imputato dovrà necessariamente pagare le spese legali anche in caso di assoluzione. Da sempre, sottolineiamo questo aspetto perché il legislatore ha, nel corso del tempo, intrapreso la strada di inquadrare come fattispecie di reato illeciti che, in passato, tali non erano o erano considerati semplici violazioni amministrative (pensiamo a tutto l’ambito ambientale, alla sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro, all’edilizia, alla privacy, ai reati c.d. “digitali”, ecc.: un imprenditore che opera in questi settori è esposto ad un rischio molto elevato perché è chiamato a rispondere personalmente).
Le spese legali di soccombenza nel processo civile. Esse sono riconducibili alla tutela dell’effettività del diritto alla difesa: cosa significa questo? Nel nostro ordinamento giuridico, l’effettività del diritto alla difesa è un principio di diritto costituzionale. Una persona che ha subito un torto, che vede offeso un suo diritto, ha la possibilità di far valere le proprie ragioni andando davanti ad un giudice ben sapendo che i costi che sosterrà gli verranno in seguito rimborsati dalla parte avversaria che ha perso la causa.
Il principio generale è, quindi, quello di non addossare alla parte che ha vinto la causa le spese legali anticipate per tutelare le proprie ragioni, altrimenti il risarcimento del danno (in forma specifica o per equivalente in denaro) verrebbe eroso dai costi sostenuti per ottenerlo.
Le spese legali di soccombenza sono comprese nell’assicurazione di tutela legale?
Assolutamente sì. Abbiamo capito che il giudice condanna la parte che ha perso la causa al pagamento delle spese legali che egli liquida in sentenza: queste spese legali non sono solo la parcella dell’avvocato ingaggiato dalla parte vincitrice, ma anche ogni altra spesa o costo sostenuto per celebrare il processo (intervento di consulenti, oneri amministrativi, spese di bollo, ecc.). Tutte queste spese sono comprese nell’assicurazione di tutela legale e non solo per un processo, ma per tutti i gradi di giudizio fino alla sentenza definitiva ed irreversibile.
Pagamento spese legali parte soccombente. Naturalmente, la realtà delle cose è sempre più difficile di quel che sembra e può darsi che la “verità stia nel mezzo” oppure che un diritto di cui eravamo certi di essere titolari si riveli inesistente. In altri termini, c’è sempre il rischio di soccombenza, c’è sempre la possibilità che il giudice ci addebiti delle spese legali. Per questo motivo, la polizza di tutela legale dà una serenità in più: non solo la sicurezza che i costi del nostro avvocato verranno rimborsati dalla compagnia, ma anche la tranquillità che, in caso di sconfitta, la compagnia pagherà altresì i costi dell’avvocato ingaggiato dalla controparte e ogni ulteriore onere.
Soccombenza spese legali. Cerchiamo, da ultimo, di capire come le spese legali possano essere ripartite dal giudice tra le parti di un processo. Il giudice, infatti, può disporre d’ufficio il compimento di certi atti (sopralluoghi, accertamenti tecnici, acquisizione di prove, citazione di testi, ecc.) ed individuare la parte che dovrà essere provvisoriamente onerata dall’anticipazione delle spese. Non solo. Il giudice potrebbe compensare le spese legali, ponendole a carico di entrambe le parti: ad esempio, nel caso di una soccombenza parziale reciproca oppure quando le parti, trovando un accordo, optano per una conciliazione della causa. Ancora: può darsi che la parte che vince la causa debba pagare le spese legali. Questo avviene, ad esempio, quando il giudice formula una proposta conciliativa che viene rifiutata dalla parte attrice senza giustificato motivo, ma, quella parte, riesce, però, a vincere la causa.
In conclusione, solo una polizza di tutela legale esclude a priori il rischio che, in qualche modo, l’assicurato debba sostenere delle spese quando decide di promuovere una causa. L’ordinamento giuridico intende scoraggiare coloro che appesantiscono il sistema giudiziale con azioni inutili o pretese infondate o anche solo con richieste parzialmente accoglibili. Il modo più immediato per raggiungere l’obiettivo è di far leva sulla capacità di spesa di ciascun soggetto senza ledere, tuttavia, il diritto alla difesa (principio della soccombenza e principio della compensazione).
Attenzione, però. La polizza di tutela legale copre le spese di soccombenza per un (giusto) processo che l’assicurato ha perso. Altra cosa, è la condanna del litigante al risarcimento del danno liquidato a favore dall’amministrazione giudiziale per aver agito o resistito in giudizio in mala fede o in caso di colpa grave (ingiusto processo, lite temeraria). In tali casi, la polizza di tutela legale non opera, né potrebbe essere altrimenti.
di Walter Brighenti – DAS