Start up imprenditoria femminile: ecco come la polizza di tutela legale supporta l’azienda.

Vi raccontiamo la testimonianza di un’imprenditrice, che rappresenta una “case history” molto interessante nonché un “role model” al femminile per la lungimiranza di una giovane laureata in ingegneria gestionale e nostra assicurata con la polizza di tutela legale: Madalina Bulogne, titolare e fondatrice della ditta “Tech Fit”, assicurata con DAS con la polizza “DAS in Azienda e a capo di una start up innovativa nel settore della robotica, dell’intelligenza artificiale, della catena blockchain e dell’alta tecnologia in generale.

Ecco come la polizza di tutela legale “DAS in Azienda” supporta l’imprenditore nelle vertenze con i fornitori.

Ci contatta Madalina Bulogne per nulla intimorita dalla vertenza che l’ha coinvolta e battagliera fin dall’inizio, forte dell’esperienza acquisita quale giovane imprenditrice a capo di una start up innovativa che, per quanto riguarda il sinistro denunciato, aveva investito nel settore dell’informatica applicata al fitness e al wellness.

I dati non sono consolanti: in Italia, l’imprenditoria femminile non raggiunge il 30% del totale delle imprese attive.

L’Italia è il paese con il tasso di alfabetizzazione digitale più basso d’Europa. Nel settore delle imprese ad alta e medio-alta tecnologia, l’Italia conta 7.215 azienda guidate da donne di cui 1.876 si concentrano in Lombardia (fonte: Femtech, 2020) come, nel caso che qui vi raccontiamo, la ditta “Tech Fit” di Madalina Bulogne, impresa che ha investito nel settore delle applicazioni e dispositivi hi-tech dedicati alla nutrizione e al fitness.

Soltanto una attività su cinque è guidata da una donna (fonte: Unioncamere).

È accaduto che l’imprenditrice avesse commissionato al fornitore e sviluppatore di soluzioni informatiche “Newton B.” un’applicazione per smartphone che fungesse da “personal trainer” concordando una data di rilascio del software e pattuendo un corrispettivo di 30.000 Euro in acconto e altri 20.000 Euro a progetto completato.

L’originale progetto prevedeva proposte personalizzate di fitness e di wellness mediante algoritmi di calcolo in grado di monitorare, tramite “app” installata sul cellulare, tutti i parametri personali dell’utilizzatore: un database di oltre un milione di sostanze alimentari e di suggerimenti per impostare la scheda dietetica e determinare quante calorie si stanno, pasto dopo pasto, effettivamente assimilando.

Ne è sorto un contenzioso legale dovuto al fatto che lo sviluppatore del software non aveva rispettato le scadenze previste per la consegna dell’applicazione, oltre al fatto che non tutte le soluzioni digitali progettate interagivano correttamente con i dispositivi multimediali.

Poiché l’azienda di Madalina aveva anche assunto degli impegni con una ditta di prodotti agroalimentari per sviluppare una partnership commerciale di “cross selling”, il danno economico è stato duplice in quanto la “Tech Fit” non ha potuto rispettare le promesse contrattuali assunte.

L’avvocato incaricato DAS ha dovuto avviare una causa civile nei confronti della controparte “Newton B.” per inadempimento contrattuale chiedendo il risarcimento del danno (quantificato in 40.000 Euro per danno emergente + 15.000 Euro a titolo di lucro cessante), la restituzione dell’acconto e la risoluzione del contratto.

La richiesta risarcitoria è stata accompagnata anche da una consulenza tecnica informatica (perizia rimborsata da DAS ai sensi di polizza) per supportare le ragioni della ricorrente “Tech Fit”.

La vittoria è stata totale anche sul punto delle spese legali e, con il risarcimento ottenuto, Madalina ha potuto compensare la perdita economica dovuta al mancato affare con il partner alimentare e avviare un progetto per una nuova piattaforma con un fornitore più affidabile.

Concludiamo questa breve “case history” con una frase di Madalina Bulogne, che condividiamo appieno, e che desideriamo qui riportare come slogan e suggerimento per molte altre giovani “startupper” volonterose di intraprendere, con energia e positività, l’esperienza imprenditoriale, magari facendosi assistere dal proprio agente DAS di fiducia: “È importante avere il team giusto e non arrendersi di fronte alle difficoltà. Mai stancarsi di innovare e di credere nel cambiamento”.

Il prodotto: “DAS IN AZIENDA”; durata della controversia: 15 mesi; valore in lite: 55.000 Euro; spese peritali sostenute da DAS: 475,00 Euro; spese legali sostenute da DAS per un grado di giudizio: 11.200,00 Euro

 

Di Walter Brighenti – DAS