Contestazione sulla dichiarazione fiscale: caso risolto
Nell’ambito della normativa di legge (di cui al decreto legislativo 18.12.1997 n. 472), per la quale è operativa la polizza DAS Tutela Aziende, abbiamo dato copertura all’assicurata per difenderla da un avviso di accertamento notificatole dall’agenzia delle riscossioni per una contestazione sulla dichiarazione fiscale infedele.
DAS Tutela Aziende
Tempi di definizione5 settimane
Spese legali e peritali risparmiate grazie a DAS1.500€
Il contesto
Si rivolge a noi Isabella, imprenditrice tipografa, titolare della ditta Textline s.a.s., specializzata da anni nella distribuzione di libri illustrati per ragazzi e narrativa per l’infanzia.
Isabella è assicurata con la polizza di tutela legale DAS Tutela Aziende e, in particolare, con la garanzia accessoria “Pacchetto fisco e previdenza”, che dà copertura per i procedimenti di natura tributaria e fiscale.
Il caso
Isabella denuncia il sinistro di tutela legale, che trova immediato riscontro presso i nostri uffici con la nomina di un avvocato tributarista, specializzato in questioni legali tributarie.
«Quando si tratta di tasse e di arretrati di pagamento, mi viene il panico!», si rivolge così l’assicurata al “Servizio Clienti” della Compagnia precisando che, di norma, lei si occupa di illustrazioni e di testi di fiabe e che, per fortuna, per le consulenze legali, può confidare sul consiglio di un esperto, quello di un professionista messo a disposizione dalla ConsulDAS.
DAS Tutela Aziende
È proprio questo il vantaggio della polizza DAS Tutela Aziende: la possibilità di non preoccuparsi per le tante questioni legali e i dubbi normativi che notoriamente affliggono un imprenditore o un professionista e che richiedono costi di tempo e di denaro per il loro approfondimento.
Questa volta, però, è stato necessario affidare la pratica ad un avvocato del network DAS affinché provvedesse a contestare la sanzione amministrativa comminata ad Isabella.
La soluzione del caso
La commissione tributaria ha contestato alla Textline s.a.s. un maggior profitto rispetto a quello dichiarato. La commissione non ha accettato la possibilità che tale profitto potesse risultare in parte abbattuto dall’esistenza di perdite pregresse relative a periodi d’imposta precedenti e dal contribuente non ancora dedotte in compensazione rispetto alla dichiarazione dei redditi oggetto di verifica fiscale.
L’attività dell’avvocato da noi incaricato si è concentrata sull’analisi delle scritture contabili dell’assicurata e ha permesso di appurare che la maggiore imposta pretesa dell’ente accertatore non era dovuta in quanto risultava in parte compensata dalle perdite pecuniarie pregresse. Per questo motivo, la base imponibile adottata dalla contribuente per il calcolo dell’IRPEG era inferiore rispetto alla valutazione effettuate dall’agenzia delle riscossioni.
Confermata la legittimità delle considerazioni svolte dal nostro legale, il sinistro si è risolto positivamente con lo stralcio della cartella esattoriale e l’annullamento della sanzione amministrativa per dichiarazione infedele.