Può capitare di essere aggrediti da un cane oppure che il proprio animale domestico sfugga al controllo e provochi danni a cose o lesioni a persone. Non infrequenti, sono anche i casi dei rumori molesti: il cane che abbaia, il regolamento condominiale che prevede orari di silenzio o norme specifiche per la gestione degli animali domestici all’interno degli spazi comuni condominiali. In tali situazioni, è utile chiedersi quale sia il regime di responsabilità giuridica che disciplina simili ipotesi, come si risarciscono i danni provocati dagli animali in custodia e con quali limiti. Un ulteriore tema di approfondimento è quello della loro custodia in abitazioni private.
Animali domestici in condominio: cosa dice la legge sugli animali in condominio
Vengono definiti animali d’affezione: una sentenza del Supremo Collegio del 2012 e la Riforma del Condominio hanno stabilito che i regolamenti non possono più vietare di custodire un animale nel proprio appartamento. In particolare, l’art. 1138 del Codice Civile stabilisce, all’ultimo comma, che “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici” (legge 11 dicembre 2012 n. 220).
Alcune regole particolari valgono, però, per gli animali esotici e i c.d. NAC (nuovi animali da compagnia). Inoltre, non si devono dimenticare le specie protette che la Convenzione di Washington (sul commercio internazionale della fauna minacciata di estinzione) ha disciplinato in modo autonomo e quelle che la normativa italiana ha espressamente vietato di detenere.
Cosa succede se un cane abbaia in condominio e quali sono le regole condominiali da seguire sugli animali
Le regole da rispettare sono indicate nel Codice Civile come norme generali sui rumori molesti e sulle immissioni rumorose che superano la normale tollerabilità. Altre disposizioni riguardano:
- il rispetto degli spazi comuni e dei diritti altrui;
- l’uso del guinzaglio negli spazi comuni;
- l’uso della museruola in caso di animale aggressivo;
- l’osservanza delle regole emanate dal Ministero della Salute; se c’è pericolo di malattia, l’ASL potrà disporre l’allontanamento dell’animale dal condominio;
In ogni caso, i danni e i pregiudizi arrecati agli altri condomini devono essere sempre documentati e provati da coloro che richiedono al proprietario dell’animale un risarcimento in denaro ovvero la rimozione del danno e il ripristino dello status quo ante (risarcimento in forma specifica). Odori sgradevoli, problemi igienici, rumori intollerabili, disturbo delle occupazioni e violazione del riposo notturno: ecco cosa si può fare per ristabilire il rispetto delle regole.
Tali situazioni possono essere oggetto di un reclamo all’interessato, nonché si può agire con delibera interpellando l’assemblea condominiale e l’amministratore. Una forma di tutela più diretta è quella rappresentata dal ricorso all’autorità giudiziaria mediante querela (competente è il Giudice di Pace) oppure in sede penale mediante denuncia nel caso di reato di disturbo delle occupazioni private.
Cosa succede se vengono vietati animali domestici in condominio?
Con le precisazioni che sono state fatte sopra, il proprietario che si vede vietare l’accesso del proprio animale domestico allo stabile condominiale può agire in giudizio per la difesa dei propri diritti. La Corte di Cassazione ha precisato che la detenzione di un animale da compagnia in appartamento è una proiezione del diritto di proprietà, diritto esclusivo e assoluto, e un regolamento condominiale di segno contrario sarebbe giuridicamente nullo e impugnabile. In alcune sentenze, la giurisprudenza si è spinta oltre arrivando anche a parlare, in caso divieto, di contrarietà ai principi di ordine pubblico.
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di Walter Brighenti – DAS