La sostenibilità è un tema all’attenzione di tutti. Proviamo a capire in parole semplici di cosa si tratta e perché oggi è rilevante anche per il mercato legale.
Potremmo definire la sostenibilità come un insieme di temi che non attengono direttamente ai profili economici e finanziari di un’attività di business, ma che sono tuttavia tenuti in crescente considerazione da tutti gli operatori di mercato per il loro valore generale: sono i temi che riguardano tre specifiche aree definite con l’acronimo ESG, ossia Environmental (Ambiente), Social (Sociale) e Governance (Governo aziendale).
È consapevolezza sempre più diffusa che gli operatori economici, nel perseguire legittimi e auspicabili obiettivi di profitto, debbano tenere in seria e responsabile considerazione l’ecosistema in cui operano, sostenendolo in modo concreto.
La cura dell’ambiente, la valorizzazione delle persone e l’attenzione per una corretta gestione dei processi aziendali rientrano oggi tra le responsabilità degli operatori economici e si riverberano non soltanto in una migliore reputazione ma anche, direttamente, in un maggior valore dell’organizzazione stessa: un’impresa sostenibile, e quindi attiva nella difesa e valorizzazione dei fattori ESG, è una società più attrattiva per gli investitori, più appealing per i clienti, più ambita dai giovani talenti.
Perché solo recentemente si parla di sostenibilità in relazione al mercato legale, ossia al mercato dell’incontro tra domanda e offerta di servizi legali?
Perché il mercato legale è tradizionalmente un mercato che “resta indietro”, nel quale l’innovazione -valoriale, tecnologica e di qualunque tipo- fatica ad affermarsi in contesti dove le logiche tradizionali (analogiche e personalistiche) fanno muro rispetto alle contaminazioni che provengono dal mondo dell’impresa.
È un muro, tuttavia, che si sta sgretolando:
- chi acquista servizi legali approccia sempre più spesso la materia seguendo una “procedura” che consente di raccogliere e comparare informazioni, come un qualsiasi cliente “evoluto” farebbe prima di acquistare un qualsiasi servizio (cominciano a non bastare -per lo meno quando chi acquista servizi legali è un’impresa e non un privato- la sola fiducia e il semplice passaparola);
- chi offre servizi legali, e in particolare gli studi professionali, si sta evolvendo sempre più in senso aziendale. Questo significa fare i conti in modo strutturato con temi quali il marketing, la comunicazione, i controlli interni… tutti temi che portano i professionisti a confrontarsi con ciò che per le aziende è già normale.
Se quanto sopra è vero, possono trarsi due prime conclusioni.
Da un lato, è prevedibile che le procedure di acquisto di servizi legali adottate dalle imprese saranno sempre più spesso costruite in modo da essere conformi ai principi di una “governance sostenibile”, ossia di una gestione dei processi fondata su principi che potremmo definire di “best practice” (informazione, trasparenza e concorrenza in primis).
Dall’altro lato, gli studi legali competeranno tra loro -come fanno le imprese- anche sui temi della sostenibilità, che diventeranno asset distintivi (prima di diventare “standard”, tra molti anni). Questa competizione sarà incentivata dalle imprese stesse, per la c.d. “circolarità” della sostenibilità: se un’impresa vuole essere sostenibile deve incentivare la sostenibilità dei suoi fornitori e professionisti (la c.d. “supply chain”).
In un simile contesto, gli studi legali saranno chiamati a un cambiamento profondo che metta nella loro agenda temi oggi sicuramente troppo poco attenzionati:
- se pensiamo all’ambiente, rilevanti saranno le policy plastic free e l’impiego minimale di carta basato su una ampia e capillare digitalizzazione dei processi interni allo studio;
- se pensiamo alla componente social, e quindi alle persone, verranno in gioco policy di diversity, di supporto alla maternità, di valorizzazione dei talenti, di promozione di un equilibrio tra vita lavorativa e vita personale;
- se pensiamo alla governance, rilevanti saranno le policy di acquisto di beni e servizi, il controllo di gestione, la prevenzione della corruzione, la gestione dei conflitti di interesse.
Gli studi legali sono quindi chiamati a investire tempo e risorse per adeguarsi a nuovi standard e contribuire all’evoluzione -anche valoriale- che nel mondo delle imprese è già iniziata da qualche tempo.
La sfida per i professionisti è grande, ma le opportunità per chi decide di coglierla -invece di subirla- lo sono certamente di più.
di Alessandro Renna; 4cLegal