“Health for all” è la parola chiave nell’era della tecnologia 4.0 che coinvolge anche il settore salute e sanità.
Prevenzione e benessere, rapido accesso alle cure, qualità della vita, maggiore valore per se stessi e per le famiglie: tutte queste istanze possono, oggi, essere meglio intese ed interpretate dalla ricerca e dalla scienza, ma non solo. I presìdi elettronici e l’apprendimento automatico, mediante algoritmi in grado di sviluppare le equazioni programmate dall’uomo, potranno, a breve, sostituirsi all’operatore sanitario tradizionale con un margine di errore minimo in fatto di diagnosi.
Anzi, soprattutto l’ambito medico si presta meglio di altri, per utilità e disponibilità di dati, all’applicazione dei modelli di AI, acronimo di artificial intelligence.
La salute diventa “per tutti” poiché a ciascuno è data la possibilità di tenere monitorato costantemente il proprio stato di salute, non solo nei casi più semplici di fitness e relax, ma anche e soprattutto in tema di controllo dei parametri vitali e delle condizioni generali di una patologia che ci affligge.
Come tutelare la salute?
I dispositivi “wearables smart” sono in grado di immagazzinare e rappresentare dati statistici in forma grafica e tabellare, di visualizzare le serie storiche degli eventi, di effettuare previsioni e confrontare più parametri di anni diversi e di condividerli tra tutti i device connessi.
Queste tecnologie costituiscono la nuova frontiera della prevenzione delle patologie più serie, specie di quelle che richiedono costanti controlli e segnalazioni alle unità sanitarie competenti: si pensi al diabete, al Parkinson, all’epilessia, alle malattie genetiche e a quelle del sistema immunitario.
La frontiera 4.0 della salute digitale permette di raccogliere così, in tempo reale, migliaia di informazioni che possono essere utilizzate per risposte più efficaci da parte dei sistemi sanitari dei diversi paesi. Per esempio, attualmente le statistiche ci confermano che, nei paesi Ocse, in ambito health care, l’Italia è sotto la media europea mentre è in crescita la spesa sanitaria privata e farmaceutica. La spesa sanitaria corrente in UE vede la Francia capofila con l’11,5% del PIL, l’Italia all’8,9%, ultima la Romania al 5%. Per quanto riguarda le spese sostenute per la salute, emerge un dato preoccupante: il 58% degli intervistati ha rinunciato almeno una volta nella vita alle cure mediche per ragioni economiche. Il 66% degli intervistati ritiene importante il settore assicurativo per tutelare le famiglie (Fonte: Eurometra per BNP Paribas Cardif). In Italia (fonte: Eurostat), le spese sanitarie correnti per abitante ammontano a 2.500 Euro mentre in altri paesi oscilla tra i 4.200 Euro (Lussemburgo, Svezia, Danimarca) e i 3.600 Euro (Francia, Belgio, Regno Unito).
Ecco perché molte compagnie assicurative tradizionali si stanno orientando nella direzione di offrire ai propri clienti programmi di welfare e servizi dedicati alla salute con l’obiettivo di offrire assistenza e prestazioni sanitarie che, altrimenti, non sarebbero accessibili al cittadino medio o lo sarebbero con tempi di attesa troppo lunghi.