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MASSIMALE: LE PAROLE DI DAS

massimale assicurazione

Che cos’è il “massimale” di una polizza? Cosa significa che la compagnia di assicurazione risponde entro i limiti del “massimale”?

Le “parole di DAS” ci portano, oggi, a parlare di “massimale” di una polizza di assicurazione, un termine molto importante nel vocabolario assicurativo, una condizione contrattuale rilevante e da valutare molto bene nel momento in cui ci si accinge a stipulare una polizza.

Il “massimale” è l’importo (massimo) indicato nel contratto assicurativo, che può essere risarcito dalla compagnia per ciascun sinistro. Se il danno supera questo importo, spetterà all’assicurato coprire in autonomia la parte in eccesso.

Il “massimale” rappresenta, dunque, il massimo risarcimento rimborsabile dalla compagnia di assicurazione per ciascun sinistro verificatosi nel corso di un arco temporale ben delimitato (normalmente un anno solare), indipendentemente dal numero delle persone coinvolte nel sinistro. Per i sinistri che provocano danni di importo superiore al massimale, sarà l’assicurato a dover rispondere dei danni eccedenti quell’importo.

In una polizza di tutela legale, il “massimale” si riferisce alle spese legali e peritali previste in polizza e che costituiscono l’oggetto del contratto assicurativo di tutela legale. Questo significa che la compagnia di tutela legale si accollerà i costi legali dell’intervento di un avvocato o di un perito, le spese di resistenza e di giustizia in un’eventuale causa giudiziale, le spese per le impugnazioni nei vari gradi di appello e le spese di soccombenza giudiziale entro l’importo indicato nel “massimale” della polizza.

Esiste normalmente una correlazione tra premio e massimale: di regola, la compagnia di assicurazione permette la sottoscrizione di una polizza con un massimale più ampio. Il premio della polizza sarà di importo più elevato, ma sarà più alto anche il limite della somma rimborsabile.

Talvolta, premio e massimale sono “indicizzati”. Cosa significa?

Se la polizza prevede un premio variabile (indicizzato), il massimale e il premio sono calcolati in base all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie pubblicato dall’ISTAT, secondo alcuni criteri di variazione predeterminati, e ciò comporta che, alla scadenza di ogni rata annuale, il massimale e il premio verranno aumentati o ridotti in proporzione a tali parametri.

Quella del “massimale”, è una scelta a cui prestare attenzione quando si comparano tra loro le polizze assicurative. In una polizza assicurativa di responsabilità civile, ad esempio, il massimale indica l’importo massimo di liquidazione che può essere riconosciuto dalla compagnia assicurativa per i danni provocati a terze persone. Oltre quel livello, è l’assicurato a rispondere in prima persona per tutti i danni che ha provocato con la sua condotta negligente. Come si può ben comprendere, si tratta di un rischio da valutare attentamente e dal quale ci si può cautelare aumentando l’importo del premio della polizza da corrispondere all’assicuratore.

Esiste una correlazione tra premio e “massimale” il cui equilibrio è raggiunto dalla “quotazione” della polizza che è quell’operazione attuariale mediante la quale tutti i rischi del contratto vengono bilanciati tra loro e viene determinato il riparto degli stessi tra l’assicuratore e l’assicurato. Ad un “massimale” più alto, corrisponde sempre il pagamento di un premio più cospicuo.

Riassumendo: il “massimale” di rimborso è il limite massimo fino a cui la compagnia di assicurazioni garantisce la copertura per sinistro e per anno (o scadenze temporali inferiori nel caso di assicurazioni non annuali come, ad esempio, le polizze semestrali, trimestrali). Resta inteso che, nel caso in cui il danno provocato superasse il massimale, la cifra eccedente il massimale sarebbe interamente a carico dell’assicurato.

 

di Walter Brighenti – DAS

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