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L’ONERE DELLA PROVA: LE PAROLE DI DAS

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In questo articolo vedremo in cosa consiste l’onere della prova; partendo dall’assunto che il processo non è il luogo in cui si ricostruisce necessariamente la verità sostanziale di un avvenimento.

Infatti, in diritto, si parla di verità processuale per intendere non il raggiungimento della certezza assoluta, ma l’accertamento procedurale di un fatto attraverso un insieme di regole che governano l’azione in giudizio fino alla deliberazione della sentenza.

Il grado di certezza dipende anche dalla tipologia del procedimento: in ambito penale, poiché si discute della libertà personale di un imputato, è indispensabile il raggiungimento di una verità esente da ogni ragionevole dubbio; mentre, in ambito civile, può essere accettabile anche un margine di incertezza maggiore, che sia, però, pur sempre trascurabile; ancora, nelle cause di lavoro, poiché si discute della possibilità per il lavoratore di continuare a percepire un salario che gli garantisca il sostentamento, il giudice può accertare d’ufficio ogni aspetto utile al raggiungimento della verità.

A queste finalità, adempiono le norme del codice di procedura sull’onere della prova: il principio generale è che spetti sostanzialmente alle parti proporre le prove al giudice (art. 115 cod. proc. civ.). L’ordinamento esprime questo concetto con la regola in base alla quale “chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento”.

Trattiamo il tema dell’onere della prova perché, nell’attivare le garanzie della polizza di tutela legale, oltre alle verifiche preliminari di copertura, insorgenza, prescrizione, uno degli aspetti da controllare meglio è quello del merito della vicenda. Per affidare un sinistro all’avvocato, non basta che l’assicurato affermi di aver subìto un torto, di aver sopportato un danno, di non essere stato pagato, ecc.: egli deve anche poter dimostrare al giudice (con l’aiuto dell’avvocato, beninteso) la bontà di ciò che sostiene poiché, in mancanza di prove, la causa si concluderà inevitabilmente con una soccombenza.

Per tale ragione, l’apertura di un sinistro è una fase complessa, che spesso richiede, da parte di DAS, la necessità di documentazione, testimonianze, verbali, perizie, accertamenti tecnici. Ciò, per non illudere il cliente con promesse di facili risultati, ma, bensì, per renderlo consapevole dei limiti delle sue pretese e della possibilità di insuccesso di una causa giudiziale.

A volte, il sistema processuale, nei soli casi previsti dalla legge, agevola l’attore (colui che agisce in giudizio) dispensandolo dal provare uno o più fatti che costituiscono il fondamento della sua pretesa: si tratta delle presunzioni legali.

Come suggerisce la parola, le presunzioni legali consentono al giudice di risalire da un fatto noto ad un fatto ignoto, senza necessità di provare quest’ultimo.

Come sappiamo, nelle nostre polizze di tutela legale (famiglia, azienda, professionisti) viene accordata copertura al c.d. extracontrattuale attivo: spetta all’assicurato danneggiato di provare la colpa che è il fondamento della responsabilità della controparte. In certi casi, però, opera una presunzione legale che determina l’inversione dell’onere della prova: è la controparte, citata in giudizio, che deve dimostrare la propria estraneità ai fatti, pena la soccombenza.

Un esempio: Tizio, nostro assicurato con la polizza DAS IN FAMIGLIA, viene danneggiato da Caio, vicino di casa, che è persona incapace di intendere e di volere e sottoposta alla sorveglianza di Sempronio. In tale caso, la responsabilità del sorvegliante Sempronio è presunta e Tizio non deve dimostrarla; spetta, invece, al sorvegliante l’onere di dimostrare di non aver potuto impedire il fatto dannoso compiuto da Caio.

Le presunzioni legali ripartiscono così l’onere della prova tra le parti, solitamente sollevando una di esse da una dimostrazione che risulterebbe troppo gravosa, mentre potrebbe riuscire più agevole all’altra.

Al di là degli aspetti più puramente processuali, l’inversione dell’onere della prova comporta, sul piano sostanziale, una diversa distribuzione dei rischi; rischi che è sempre meglio affrontare con un’adeguata copertura di tutela legale.

 

di Walter Brighenti – DAS

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