La principale causa di incidente stradale è la distrazione alla guida. È ciò che emerge dai lavori preparatori alla novella del Codice della Strada che la Commissione Trasporti, presso la Camera dei Deputati, sta vagliando in questi mesi.
In Europa, negli ultimi anni, si è registrata una recrudescenza di incidenti stradali in cui guidatori e trasportati hanno perso la vita soprattutto in sinistri dovuti alla perdita di controllo del veicolo. In un certo qual senso, mentre la tecnologia, i sistemi attivi e passivi di intelligenza artificiale inseriti nel computer di bordo delle più moderne automobili, avrebbero dovuto ridurre tali eventi, proprio la tecnologia – alla portata di mano di tutti nel vero senso della parola –ha finito per esserne la causa.
Una delle prime cause di morte, con più di 120 mila vittime all’anno, è quella degli incidenti automobilistici (1 milione di decessi all’anno stimati in tutto il mondo). Le ferite da incidente stradale uccidono quasi 350 persone al giorno nel mondo (Fonte: “World report on road traffic injury prevention”, ONU, 2004). L’obiettivo per il “Global Plan for the Decade of Action for Road Safety” è quello di una riduzione degli incidenti automobilistici del 50%.
In Italia, le statistiche in possesso presso il Ministero dei Trasporti attestano, infatti, che l’uso improprio di smartphone è la prima causa di distrazione alla guida.
In Francia, la normativa è molto stringente al riguardo. Secondo la legge francese, l’uso del cellulare è sempre vietato mentre ci si trova in auto. Possibile la consultazione del telefono solo se il guidatore è fermo e la vettura è parcheggiata in un’apposita zona di sosta. Qualsiasi ulteriore comportamento è sanzionato con il ritiro della patente. L’unica esimente ammessa per la consultazione dello smartphone a bordo è il caso di sinistro stradale per chiedere soccorso oppure del guasto tecnico nell’ipotesi che la vettura sia in panne.
In Italia, la normativa attualmente in vigore è molto più permissiva e si è rivelata poco adatta a fungere da deterrente contro comportamenti sempre più dettati da leggerezza e da scarsa attenzione. Attualmente, l’articolo 173 del Codice della Strada prevede solo la sanzione pecuniaria e la sospensione della patente in caso di recidiva, quale sanzione amministrativa accessoria.
La normativa del legislatore d’oltralpe è più severa, se comparata alla nostra, anche perché vieta sempre l’utilizzo di ausili quali auricolari e sistemi di “viva voce”. In Italia, invece, è consentito “l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare che non richiedano per il loro funzionamento l’uso delle mani purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie”.
L’articolo 173 del C.d.S. dovrebbe cambiare aumentando l’importo della sanzione amministrativa e la durata di sospensione della patente, ma, al di là del dato normativo, l’auspicio è che alla guida di un mezzo possiamo sempre più avere la consapevolezza che non esiste urgenza più importante dell’attenzione a quanti si trovano a circolare sulla strada insieme a noi e che l’attimo di una svista può essere il prezzo di tutta una vita.