In questi mesi, in corrispondenza del censimento Istat, si è aperto un dibattito che ha posto al centro il tema della tutela delle famiglie e della loro privacy.
Infatti, per la prima volta, l’Istat sta effettuando la rilevazione censuaria con cadenza annuale e non più decennale, non coinvolgendo più tutte le famiglie e relative abitazioni nello stesso momento, ma solo un campione di esse.
Le modalità di rilevazione campionaria sono due:
• con una lettera e successivo questionario online;
• ricevendo una locandina e successiva intervista “faccia a faccia”.
Il Garante Privacy ha chiesto, con un comunicato istituzionale, una modalità alternativa all’intervista “porta a porta” per rispetto del nuovo regolamento europeo privacy (Gdpr).
Le famiglie dovrebbero quindi avere a disposizione una modalità alternativa all’intervista “faccia a faccia”, così da garantire le stesse tutele di chi ha ricevuto a casa la lettera dell’istat, a cui è tutt’oggi possibile rispondere tramite questionario online.
La richiesta, continua il Garante, “nasce dall’esigenza di evitare che l’obbligatoria presenza fisica del rilevatore, a cui è necessario fornire direttamente le risposte, possa comportare eccessivi disagi per i cittadini o imbarazzi, soprattutto nelle piccole comunità”.
Questo perché la modalità di intervista “porta a porta” andrebbe a coinvolgere eccessivamente la sfera privata delle persone, che si vedrebbero costrette a fornire ad un soggetto estraneo informazioni dettagliate sulla propria famiglia e abitazione per evitare una sanzione amministrativa.
Il Garante infatti, pur riconoscendo l’importante finalità di interesse pubblico dell’Istituto, sottolinea la necessità di “superare le criticità già rilevate (in precedenza) in considerazione dei rischi elevati per le libertà e i diritti degli interessati determinati dal nuovo censimento permanente, che si caratterizza, rispetto al passato, per un massiccio uso di banche dati amministrative (Anagrafe tributaria, Inps, Miur etc.)”
Un sollecito a cui l’stat dovrebbe perciò rispondere, per garantire le tutele necessarie e non ancora individuate per operare in conformità con la normativa europea in materia di protezione dei dati personali.