L’emergenza epidemiologica Covid-19 ha accelerato il processo di digitalizzazione in Italia. Tuttavia, la disponibilità di devices tecnologici nelle famiglie è ancora insufficiente con una forte discrepanza tra nord e sud del Paese, tra comuni metropolitani e piccole realtà montane e rurali. Anche l’estensione della rete internet, aggiornata con le connessioni più veloci, è tardiva rispetto all’Europa e questo rischia di compromettere programmi di apprendimento e lavoro a distanza più che mai utili in questo frangente temporale.
MERCATO DIGITALE A DUE VELOCITÀ: NUOVE DISCRIMINAZIONI SOCIALI ED ECONOMICHE
In ambito territoriale, nelle regioni meridionali, la spesa pro capite nel mercato digitale per impresa e consumatore è solo un terzo della media nazionale.0818
A livello di impresa − specie quella medio-piccola, che rappresenta la più gran parte del tessuto imprenditoriale italiano (tra i 10 e i 49 addetti) – l’indice di digitalizzazione è ancora molto basso (fonte: WebMasterPoint.Org, 2017).
Vediamo qualche dato elaborato dall’Istat nell’aprile 2020 riferito al periodo cronologico 2018-2019: smartphone, tablet, computer, connessioni internet sono gli strumenti che permettono di proseguire il lavoro da casa, evitando il ricorso agli ammortizzatori sociali, sostengono le imprese e gli esercizi commerciali con le vendite on line, garantiscono la continuità della didattica a studenti, universitari, ricercatori, prevengono nuovi focolai di contagio mediante App di tracciamento rese disponibili sui cellulari.
- Il 33,8% delle famiglie italiane non ha un computer in casa.
- Al sud, il 41,6% delle famiglie è privo di computer.
- Nel 22,2% delle famiglie ogni componente ha a disposizione un PC o un tablet.
- Il 12,3% degli studenti (6-17 anni) non ha un computer in casa.
COMPETENZE DIGITALI E SOVRAFFOLLAMENTO ABITATIVO RENDONO DIFFICOLTOSO L’IMPIEGO DI DEVICES
Non è solo un fatto di diffusione di devices, ma anche di scarsa conoscenza degli strumenti digitali e di sovraffollamento abitativo che rendono difficoltoso il loro impiego.
- Il 3% dei minori in età scolastica (6-17 anni) non ha nessuna conoscenza informatica.
- Il 34% dei minori in età scolastica ha competenze informatiche insufficienti.
- Il 32,8% dei minori in età scolastica ha competenze informatiche basse.
- Il 30,2% dei minori in età scolastica ha solide basi informatiche.
- Il 41,9% dei minori vive in condizioni di sovraffollamento abitativo.
- Il 57% deve condividere con altri utenti in casa gli applicativi elettronici.
BANDA LARGA, TELECOMUNICAZIONI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E ANALISI DI BIG DATA
Timidi passi anche verso l’uso di forme alternative di intelligenza artificiale. Le Pubbliche Amministrazioni non danno il buon esempio e l’imprenditoria privata deve fare i conti con una burocrazia che rallenta i processi decisionali quando non li ostacola.
- Nel 54,6% delle regioni (nel 48,3% dei comuni) un’impresa può fare online l’intero iter amministrativo, dall’avvio alla conclusione, per l’espletamento di una pratica.
- L’87,8% delle PA locali utilizza ancora strumenti tradizionali come timbri, firme, sigle per protocollare i documenti.
- Il 17,4% delle PA locali accede a internet con connessioni ultraveloci (fonte: Istat, periodo di riferimento 2018, data di pubblicazione aprile 2020).
La fine del lockdown non genererà un recupero immediato della produzione industriale perché i consumatori continueranno ad essere prudenti e a risparmiare a scopo precauzionale (fonte: Confindustria).
L’alfabetizzazione informatica e la diffusione degli applicativi mobili, unitamente alle connessioni internet veloci, resta una priorità per l’edificazione di una “Cyber Society” che coinvolga tutti gli attori istituzionali, pubblici e privati, ma anche i singoli cittadini privati.