Come si calcola l’assegno di divorzio? Lo scorso 11 luglio la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che l’assegno di divorzio può essere corrisposto solo a favore di quella parte che, avendo avuto un ruolo rilevante nella conduzione della vita famigliare e alla formazione del patrimonio comune e personale, si trova in sfavorevoli condizioni economico-patrimoniali rispetto all’altra.
Si tratta di una novità rispetto al passato in quanto oltre alla funzione assistenziale viene riconosciuta per la prima volta una funzione equilibratrice all’assegno di divorzio, che tiene così conto del contributo fornito nella realizzazione della vita familiare, delle aspettative professionali ed economiche eventualmente sacrificate e dell’età del richiedente.
Molto frequentemente, infatti, si verifica una netta disparità di condizioni non solo dovute alla mancanza di autosufficienza economica, ma anche ad una differenza di reddito risultante dalla conduzione della vita familiare.
In conclusione si tratta di una una sentenza che si rifà ai principi costituzionali di pari dignità e solidarietà che caratterizzano l’unione matrimoniale anche dopo lo scioglimento; un passo avanti in linea con gli ordinamenti degli altri Paesi europei che vedono come obiettivo comune la consacrazione della pari dignità degli ex coniugi.