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Il caso

Prodotto utilizzato: DAS per Te

Tempi di definizione: 7 mesi

Spese sostenute dal cliente: 0 euro

Spese legali e peritali risparmiate grazie a D.A.S.: 4.500 euro

STRUTTURA RICETTIVA E BUROCRAZIA PUBBLICA, ALTRO CHE VACANZA

Das tutela cosa copre polizza burocrazia 28082020

Silvio ha chiesto il nostro supporto legale per una vicenda che lo ha riguardato da vicino, un torto che ritiene di aver subito da parte della Pubblica Amministrazione di cui è un dipendente. Soprattutto, un fatto spiacevole che lo ha messo in difficoltà nei rapporti con un amico e con la famiglia di quest’ultimo; rovinandogli la vacanza a causa della burocrazia di una struttura ricettiva.

Una questione complicata, non tanto per la complessità in sé, quanto perché − quando ci si scontra con l’apparato amministrativo e con le regole che lo governano – la prima sensazione che si prova è quella di “lasciar perdere”, di “lasciar passare”.

La nostra Compagnia, fin dalla fase di denuncia del sinistro, grazie alla copertura della polizza DAS in Famiglia, ha assistito il nostro assicurato mettendogli a disposizione la nostra squadra di avvocati con il compito di informarlo e di relazionargli sistematicamente il prosieguo della trattazione.

Silvio si è così sentito “accompagnato” nella vertenza contro la “macchina” statale.

In sintesi, questo è il fatto. Silvio, dipendente pubblico, ha prenotato una camera per un amico e per la famiglia di quest’ultimo. Essi volevano fare un viaggio nella località in cui Silvio lavora e questa era l’occasione per ospitarli. La struttura ricettiva destinata all’alloggio è di proprietà pubblica e il servizio di pernottamento (a pagamento in quanto attività privatistica) è riservato ai dipendenti pubblici e ai loro parenti nonché agli ex dipendenti in quiescenza. Quest’ultimo, era il caso dell’amico di Silvio.

Per un motivo ignoto, dopo essere stata confermata la prenotazione, a distanza di mesi, quando ormai si approssimava la data della vacanza, l’ufficio amministrativo comunica in modo lapidario che la stanza non è più disponibile perché assegnata ad un altro richiedente, che aveva la precedenza in base al regolamento interno.

Silvio si è avvalso della polizza di tutela legale per comprendere le ragioni di questo diniego e del silenzio della PA sul punto.

Per conto proprio, internamente, Silvio aveva tentato di fare una richiesta di accesso agli atti all’Ufficio Protocollo dell’ente in cui prestava servizio, ma senza esito alcuno. Gli era stata opposta la carenza di legittimazione e la privacy. Insomma, un muro invalicabile.

La caparbietà del nostro avvocato è stata tale da condurre Silvio in profondità, alla scoperta di regole e regolamenti, nei meandri più fumosi della burocrazia pubblica. Nello specifico, si è trattato di promuovere un ricorso gerarchico.

Grazie alla polizza DAS in Famiglia abbiamo sostenuto tutte le spese e Silvio non ha dovuto anticipare nulla.

La giurisdizione amministrativa è molto articolata.Il nostro avvocato ha dapprima intrapreso un ricorso alla “Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi”, che si è pronunciata a favore di Silvio ingiungendo all’amministrazione resistente di motivare le ragioni della cancellazione della prenotazione.

L’ente pubblico si è opposto ancora una volta e i nostri legali hanno fatto ricorso al TAR, contestando l’eccesso di potere e la violazione di legge per mancato rispetto dei principi di buon andamento e di lealtà dell’amministrazione statale.

Il processo è risultato farraginoso: la giustizia amministrativa segue regole particolari, che solo un avvocato del settore può conoscere.

L’assicurazione di tutela legale garantisce un avvocato competente per materia a seconda della tipologia della causa.

Alla fine del processo, il TAR ha chiarito che, nell’amministrazione pubblica in cui lavorava Silvio, un dipendente non è legittimato a richiedere in proprio l’ospitalità per gli amici, bensì esclusivamente per sé o per i propri familiari conviventi. Silvio aveva di fatto richiesto ospitalità nella struttura non per se stesso, ma per conto di terzi. In ciò, il Tribunale Amministrativo non ha ravvisato un interesse legittimo ad accedere alla documentazione richiesta. Silvio è così venuto a conoscenza del fatto che la camera era stata assegnata ad un altro dipendente che, in quanto tale, aveva la precedenza sugli ex colleghi in quiescenza.

Silvio non ha vinto la causa, ma ho potuto affrontare con serenità un procedimento che, senza la polizza di tutela legale, sarebbe risultato molto oneroso e, probabilmente, lo avrebbe indotto a rinunciare a conoscere il limite dei propri diritti.

Senza il nostro supporto, Silvio sarebbe rimasto all’oscuro.

Se al posto di semplici amici fossero stati dei familiari, avremmo vinto la causa avanti il TAR e recuperato il danno subito oltre a tutte le spese legali sostenute che, invece, sono state compensate dal giudice amministrativo. Se l’amministrazione soccombente avesse fatto ricorso, avremmo coperto anche il grado successivo, avanti il Consiglio di Stato, con costi in termini di spese legali che ben avrebbero potuto superare quelli sostenuti per il primo grado.

 

Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale.

DASy

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