Notte buia, niente stelle. Gioele, un nostro cliente assicurato con la polizza di tutela legale DAS Circolazione Business, è stato causa di un rocambolesco incidente stradale che gli è costato la perdita di alcuni punti e anche la sospensione della patente, ma soprattutto un danno economico per la sua attività commerciale in quanto proprietario di una piccola impresa di spedizioni.
Nel nostro blog abbiamo trattato spesso il tema della sospensione della patente, e in particolare abbiamo visto quando fare ricorso e come comportarsi in caso di sospensione per superamento del tasso alcolemico; ricordando sempre che quando si parla di circolazione stradale la parola d’ordine è la prudenza.
Purtroppo, Gioele non è nuovo ad episodi di infortunistica stradale, anche a causa del lavoro che lo vede spesso al volante, ma, in questo caso, c’erano i margini per la contestazione quantomeno della sanzione accessoria.
Con la polizza di tutela legale “DAS Circolazione Business”, offriamo copertura assicurativa in ambito amministrativo per presentare ricorso contro la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente conseguente a un incidente stradale.
Gioele era già stato multato nei ventiquattro mesi precedenti perciò, dopo aver perso il controllo del furgone e aver urtato una vettura nella corsia adiacente, gli è stata comminata anche una sanzione accessoria: la sospensione della patente per tre mesi.
Rimanere fermo per tre mesi, avrebbe comportato alla società unipersonale di Gioele una perdita lorda di almeno 10.000 Euro.
Come anticipato, appena ricevuta la denuncia di sinistro, i nostri legali hanno innanzitutto verificato la ricostruzione dell’Assicurato per verificare che ci fossero i margini per un ricorso.
Ancora una volta, la rilevazione delle infrazioni tramite telecamere “Photored” è stata fonte di un equivoco che rischiava di tradursi in un’ingiustizia.
A Gioele, infatti, è stato contestato di aver violato la segnaletica stradale (art. 146 C.d.S.) e non solo di aver invaso la corsia adiacente, urtando il mezzo fermo all’incrocio. In particolare, le foto scattate dal T-Red avrebbero accertato che “il furgoncino di Gioele superava la linea di arresto, oltrepassando il segnale di stop”.
Ben diversa la versione del nostro Cliente: la durata del periodo di accensione della luce gialla semaforica è stata troppo breve e questo ha comportato una brusca frenata del furgoncino, che ha sbandato, e di cui Gioele ha perso il controllo non riuscendo ad evitare l’impatto con l’auto già ferma in prossimità della linea di stop.
“L’automobilista deve adeguare la velocità allo stato dei luoghi”: questa l’obiezione che qualunque giudice farebbe e anche i nostri legali hanno opposto ciò al Cliente.
Tuttavia, ad un nostro avvocato, consultato per un parere legale, è sorto un dubbio: «E se l’impianto semaforico fosse stato mal impostato? Quanti secondi di tempo aveva Gioele per fermare in sicurezza l’autocarro, tenuto conto della massa del mezzo e della velocità consentita in quella strada?».
Sono così emerse alcune anomalie. In primo luogo, la velocità massima prevista in quella strada era di 70 km/h e Gioele non l’aveva superata perché, altrimenti, sarebbe scattato l’autovelox collocato in prossimità dell’intersezione semaforica.
In secondo luogo, l’art. 41 del C.d.S., al comma 10, si limita ad affermare un principio generale in base al quale “non si deve oltrepassare la linea di arresto salvo che non ci si trovi così vicino da non potersi arrestare con sufficiente sicurezza”. Tale articolo di legge non indica la durata minima del periodo di accensione della luce gialla semaforica e invita a sgomberare sollecitamente l’area di intersezione con opportuna prudenza.
In terzo luogo, l’avvocato incaricato è risalito ad una risoluzione del Ministero dei Trasporti (non avente valore di legge) che, in base ad uno studio commissionato al CNR, stabiliva che la durata della lanterna gialla dovrebbe essere rapportata alla velocità massima consentita e comunque essere almeno di quattro secondi (cinque secondi per velocità massime di 70 Km/h).
Infine, l’avvocato incaricato del sinistro è risalito ad una proposta di legge del 2018 (la n. 1399 depositata alla Camera dei Deputati), che suggeriva di modificare l’attuale art. 41 del Codice della Strada fissando per legge la durata minima del periodo di accensione della luce gialla: 4 secondi aumentati a 5 in relazione alle strade con un limite di velocità pari o superiore a 70 Km/h.
Gioele ha avuto ragione e il ricorso promosso ha permesso di annullare almeno la sanzione accessoria più gravosa: la sospensione della patente per tre mesi.
La perizia richiesta dall’avvocato ha accertato che il dispositivo Photored faceva scattare la luce rossa dopo appena tre secondi di giallo, un tempo troppo breve in rapporto alla velocità consentita il quel tratto stradale. Ciò ha indotto Gioele ad una brusca frenata, che lo ha fatto sbandare perdendo il controllo del furgoncino e andando a collidere con la vettura già ferma allo stop.
Il prodotto: “DAS Circolazione Business”; durata della controversia: 2 mesi; spese legali sostenute da DAS per il ricorso in ambito amministrativo: 710,00 Euro; sanzione amministrativa ridotta a 300,00 Euro; annullata la sanzione accessoria della decurtazione punti della patente (art. 126 bis C.d.S.) e quella della sospensione della patente (art. 146 co. 3 bis C.d.S.).
Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale