Angela e Luca hanno divorziato e dopo i classici problemi nella gestione quotidiana dei figli si sono affidati al servizio parenting, vediamo in questo caso risolto di cosa si tratta.

 

La coppia, con l’aiuto di un avvocato è riuscita a raggiungere un accordo consensuale che ha evitato loro spese legali esose oltre a inutili conflittualità.

Tuttavia, come sempre accade, la prova del nove è quella del quotidiano, in cui gli ex coniugi, che rimangono genitori, sono chiamati a mettere in pratica ciò che è stato sancito nei patti e omologato poi dal presidente del tribunale.

 

Angela e Luca all’epoca erano genitori di due figli, un maschietto e una femminuccia, rispettivamente di 9 e 11 anni. Pertanto, la loro difficoltà era avere una linea di comunicazione efficace sulle questioni del quotidiano: chi dovesse accompagnare o riprendere i bambini a scuola, chi dovesse accompagnare o riprendere i bambini nelle attività pomeridiane, quali attività far svolgere ai figli e chi se ne dovesse far carico da un punto di vista economico, come pure discussioni sul fatto che uno dei due era solito pubblicare selfie con i figli sui propri profili social senza l’autorizzazione dell’altro genitore (in tal senso molti tribunali italiani ci sono espressi nella direzione di un previo consenso, in caso di genitori separati, affinché uno dei due genitori possa pubblicare sui propri profili social la foto dei figli).

Sei mesi dopo la omologa della separazione, Angela e Luca hanno optato per la cessazione civile degli effetti del matrimonio, ovvero per il divorzio.

In quella sede entrambi hanno rappresentato al legale, che li aveva già assistiti nella fase di separazione qualche mese prima, la loro difficoltà e i loro continui contrasti che contaminavano anche la serenità quotidiana dei propri figli.

 

In particolare Angela contestava all’ex marito la negazione di disponibilità di cambi di turno, e d’altro canto Luca contestava con alcuni messaggi sul telefono questo dato.

 

Allo stesso tempo Luca criticava la sua ex moglie la quale, secondo lui, prendeva decisioni autonome sulle spese straordinarie dei figli, salvo poi, a cose fatte, richiedere la quota parte del 50% a Luca stesso.

 

Il legale delle parti a quel punto temeva che questa conflittualità, risalente a questioni di gestione e organizzazione del quotidiano, potesse far saltare il banco e quindi costringere le parti ad un divorzio conflittuale, anziché un divorzio congiunto.

A quel punto è l’avvocato, memore di un corso di formazione sugli strumenti innovativi a sostegno del diritto di famiglia, presenta loro l’opportunità di abbonarsi al servizio Parenting, offerto in abbonamento annuale dalla start-up innovativa a vocazione sociale Sliding Life.

La copia all’inizio ha accolto la proposta con qualche titubanza, anche se poi hanno fatto sì che l’avvocato fissasse con il team Parenting una demo per entrambi i coniugi.

Il team Parenting ha concesso alla coppia 30 giorni di prova gratuita al termine del quale le parti avrebbero potuto sottoscrivere l’abbonamento annuale.

 

Il feedback che lacopia ha poi rilasciato è stato positivo, tanto è che continuano a essere abbonati al servizio Parenting, oltreché ambasciatori del servizio stesso verso molte altre coppie di loro conoscenti e amici che sono in fase di separazione divorzio con figli minori di età.

 

In particolare Angela ha apprezzato la possibilità che rimanesse agli atti un report, digitalmente provato e registrato, nel quale tutte le volte che lei ha bisogno di spostare un turno con il padre resta e risulti evidenza della disponibilità o della indisponibilità del padre.

Allo stesso tempo Luca, che in precedenza aveva criticato il suo scarso coinvolgimento nelle spese straordinarie dei figli (sportive, mediche, tempo libero), aveva apprezzato come, grazie al servizio Parenting, la sua ex moglie era portata a inserire l’evidenza delle spese con relativi documenti contabili.

Quindi la coppia aveva smesso di litigare su questo aspetto e laddove vi era contrasto la cosa non poteva essere negata né dall’uno né dall’altra grazie al report mensile che Parenting mette a disposizione degli utenti.

 

Anche la questione delle foto sui profili social dei genitori ha visto un sensibile miglioramento in termini di serenità. iIfatti, con Parenting Luca riusce ad ottenere il consenso o meno da parte della sua ex moglie per la pubblicazione sui propri profili social di selfie o foto con i figli. In un caso particolare Luca era al torneo di calcetto del figlio e tramite  Parenting ha ottenuto la notifica di approvazione per una foto in meno di un’ora: senza Parenting ci sarebbe stato bisogno di numerosi messaggi o addirittura di noiose PEC tra avvocati per una semplice foto.

Angela e Luca, a fronte della piccola spesa di abbonamento annuale che Parenting comporta, hanno potuto apprezzare come questo tool digitale offra loro maggiore serenità, minore stress e, soprattutto minori spese legali per sbrogliare questioni relative a semplici beghe quotidiane.

 

Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale