L’assicurazione di tutela legale per associazioni si rivela molto utile nelle situazioni in cui una fondazione culturale o di volontariato si trova ad affrontare delle richieste risarcitorie da parte di terzi o degli esborsi economici conseguenti alle iniziative promosse o all’attività svolta. L’assistenza legale qualificata e abbinata ad un’assicurazione per associazioni è una garanzia aggiuntiva che noi di DAS offriamo mediante la polizza Difesa Associazione e che permette di affrontare, con la necessaria serenità, tutti gli inconvenienti di natura legale.
Gestire un’associazione no profit è un’attività complessa per via dei molteplici adempimenti cui anche un circolo ricreativo o un ente benefico sono tenuti, al pari delle strutture pubbliche e delle imprese private. Vi riportiamo un caso, da noi risolto, che dimostra quanto possa essere utile la consulenza e l’intervento dei nostri avvocati.
Il “Festival dei musici e dei cantori” è una rassegna canora organizzata da un’associazione culturale nostra assicurata. La kermesse viene allestita nel parco di un castello medioevale, in uno spazio pubblico messo a disposizione dall’amministrazione comunale locale. La sagra popolare ha come obiettivo quello di valorizzare le tradizioni folcloristiche del passato anche recuperando l’uso di antichi strumenti musicali ormai desueti come, ad esempio, la lyra-viola. L’evento ha riscosso negli anni un notevole successo e ha acquisito una risonanza anche internazionale. La notevole affluenza di visitatori e turisti ha, però, comportato alcuni disagi agli abitanti del luogo a causa del traffico e di alcuni lavori di manutenzione urbana che si erano resi necessari per la realizzazione di un ampio parcheggio. È capitato che, dalle pagine del social network, un paesano abbia inveito contro l’associazione culturale colpevole, a suo dire, di aver rovinato la bellezza dei luoghi e deturpato le mura della fortezza medioevale. I post si sono ripetuti nel tempo e hanno avuto ampio eco sulle chat.
Il caso è interessante perché coniuga molteplici aspetti:
- l’attività divulgativa di un’associazione culturale,
- l’impatto della promozione turistica sui vincoli paesaggistici,
- la mediazione dei mezzi di comunicazione di massa, quali blog e social network, in grado diffondere notizie sovente infondate e offensive dell’onore e dell’immagine.
Si è rivolto a noi il presidente della fondazione per chiederci se fosse possibile far cessare tali post che avevano un carattere evidentemente lesivo della reputazione dell’ente. A tale richiesta, è conseguito l’intervento dei nostri avvocati che, in base a quanto previsto dalla polizza, hanno predisposto un atto di denuncia-querela per il reato di diffamazione nei confronti del privato autore dei post. Con l’atto di querela, l’avvocato ha promosso anche la costituzione di parte civile dell’associazione culturale poiché le esternazioni del querelato, prive di qualsivoglia atteggiamento critico, costituivano un mero attacco finalizzato a boicottare la manifestazione culturale.
Il querelato, infatti, non si limitava nei commenti a descrivere il depauperamento dei luoghi e la rovina degli spazi – esercitando così un diritto di critica e una manifestazione di pensiero che poteva giovare al progresso delle conoscenze e del vivere civile – ma si abbandonava ad invettive oltraggiose imputando all’associazione delle opere edili che, in realtà, erano state adottate dall’amministrazione comunale.
L’associazione culturale ha avuto ragione. Nel processo penale che si è celebrato, non solo il diffamante è stato punito, ma è stato anche condannato al risarcimento del danno subito dall’ente, nella persona del presidente e amministratore, poiché le affermazioni diffamatorie sono state pubblicate su un sito internet che, per natura, è destinato ad essere visitato da un numero indeterminato di soggetti. In tale circostanza, infatti, il giudice ha ritenuto di applicare una “aggravante” poiché le invettive erano state pronunciate con un mezzo di pubblicità equiparato all’ingiuria effettuata a mezzo trasmissioni radiofoniche e televisive.
Senza la polizza di tutela legale, il costo per l’intervento degli avvocati sarebbe stato di circa 1.5000 euro. I tempi della giustizia non sono stati brevi, ma l’associazione ha potuto attendere l’esito con la tranquillità di sapere di non sostenere alcun costo.
Questo articolo trae spunto da un caso reale, ma ogni riferimento è puramente casuale.